Il professor Fabrizio Pregliasco è tornato a parlare di Coronavirus e delle sue varianti. Il virologo dell'Università di Milano lo ha fatto da ospite de L'aria che tira su La7. Nella circostanza il medico è stato abbastanza chiaro rispetto agli scenari che, in questa fase, si stanno delineando. "Queste varianti - ha ammesso - ci preoccupano molto".

Coronavirus, più di una variante: Pregliasco spiega la situazione

"Hanno - ha precisato - una maggiore trasmissibilità, colpiscono soprattutto i bambini e più giovani che prima erano meno colpiti". Nessun allarme per le fasce anagrafiche più giovani.

A pagare, le categorie più a rischio.

"Loro - ha puntualizzato Pregliasco parlando dei più giovani - si infettano, rimangono sostanzialmente asintomatici ed è per questo che diventano potenziali inconsapevoli diffusori della malattia con maggiore capacità. Questo è un elemento che inquieta. Dovremo essere molto attenti, aumentare il monitoraggio e la sorveglianza in questi contesti".

L'aria che tira, Pregliasco spiega come perché potrebbe esserci un richiamo del vaccino

Tra le varianti quella che, al momento, genera qualche preoccupazione in più è la sudafricana. "Inquieta di più, perché - ha ammesso Pregliasco - ci dà più preoccupazioni rispetto alla capacità protettiva dei vaccini attuali. Questo è un elemento che deve farci partire a razzo il più possibile sulla campagna vaccinale".

"Meno facciamo circolare il virus - ha chiarito il professore - meno può variare e soprattutto riusciremmo o potremmo riuscire a recuperare il tracciamento".

Il completamento, si auspica il più presto possibile, della campagna vaccinale anche se potrebbe non scrivere la parola "fine" della lotta dell'umanità contro il Coronavirus, sarebbe comunque il più importante dei passi da compiere.

A spiegare il perché è lo stesso Pregliasco, sottolineando che è impossibile ipotizzare che questo virus possa andare via così come è venuto. "Circolerà - ha avvertito - ancora un po' nel mondo".

Le insidie potrebbero venire da altri paesi che rischiano di non avere la forza economica per mettere in piedi una campagna vaccinale di massa.

Impossibile girarsi dall'altro lato per tanti motivi. "Dovremo preoccuparci - ha dichiarato Pregliasco - di fornire vaccini anche alle nazioni che non hanno ancora oggi a capacità di acquistarli in grande quota".

Le conseguenze potrebbero essere per tutti. "Se lasciamo correre - ha aggiunto il medico - oltre ad un aspetto etico avremmo dei problemi comunque noi di casi importati e ulteriori varianti che ci potranno colpire".

Poi c'è l'ipotesi concreta che possa servire un'altra vaccinazione dopo la prima. "Sarà fondamentale, a mio avviso, usando anche queste nuove tecnologie, poter disporre di vaccini aggiornati sulle varianti che si susseguiranno. Io temo che bisognerà immaginare, come per l'influenza, un richiamo, una singola dose forse a sei-otto mesi, in modo da permettere un'eliminazione che non sarà immediata ma un po' come le onde di un sasso buttato nell'acqua".

"Questo virus - ha chiosato il virologo - cercherà di continuare a ripresentarsi e noi dovremo fare in qualche modo sempre di più barriera, soprattutto con la vaccinazione".