In isolamento nel carcere di Bolzano, Benno Neumair ieri ha pianto molto, ma senza mai smettere di proclamarsi innocente. I suoi avvocati, ad appena un giorno di distanza dal precedente incontro, sono tornati a fargli visita per informarlo della tragica svolta, forse la prima, nelle indagini che lo riguardano.

Proprio ieri mattina, 6 febbraio, è stato recuperato nell'Adige a San Floriano, nel tratto tra Egna e Laghetti, il corpo di sua madre, la 68enne Laura Perselli, dopo un mese esatto dall'inizio delle ricerche. La decisione della Procura di far abbassare le acque per agevolare le ricerche, si è rivelata giusta, ma l'esplorazione del fiume non è finita.

A causa del maltempo, oggi sono state sospese le ricerche del corpo del padre, Peter Neumair. Benno si trova in custodia cautelare in carcere con l'accusa di aver ucciso i genitori, svaniti nel nulla dalla casa di Bolzano il 4 gennaio, e di essersi disfatto dei loro corpi lanciandoli dal ponte di Vadena.

Benno, in carcere ripete: 'Non sono stato io'

"Io vedo un ragazzo incredulo per quello che gli sta capitando e che ha voglia di combattere. Il che è una reazione che tendenzialmente ho visto nelle persone innocenti": l'avvocato Angelo Polo ha tracciato il profilo di un Benno smarrito e addolorato. Polo è stato il primo ad arrivare nella casa circondariale di Bolzano, ieri alle 13, per riferire al suo assistito che il corpo di sua mamma era stato trovato.

Ha raccontato che il 30enne è scoppiato a piangere e sono rimasti per mezz'ora abbracciati. Poi, anche l'altro legale, Flavio Moccia, è stato da lui. L'ha visto emozionato al punto da non riuscire a finire una frase: "In fondo ha sempre avuto la speranza che i suoi genitori fossero vivi".

Benno ha ripetuto l'adagio che scandisce dall'inizio di questa vicenda che l'ha visto passare da testimone a indagato, infine detenuto: "Tanto prima o poi lo capiscono che io non c’entro niente".

In cella di isolamento dalla notte del 29 gennaio, senza televisione, giornali, né visite di parenti, ha ripetuto ai suoi avvocati di non essere stato lui. Per giorni, non ha neanche voluto usufruire dell'ora d'aria. Il supplente culturista che compensava le proprie fragilità psichiche con estenuanti allenamenti quotidiani per esibire su Youtube un corpo muscoloso, ha chiesto all'avvocato Polo di portargli al prossimo incontro uno specchietto, ma solo per radersi meglio.

Benno e Madè, tra fratello e sorella distanze abissali

Ieri è toccato a Madè, sorella 26enne di Benno, l'arduo compito di riconoscere il corpo della madre. Madè ha deposto dei fiori sul greto dell'Adige nel punto in cui ieri i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno trovato il corpo. Riservata ed efficiente, Madé, dopo una brillante laurea, fa il medico a Monaco. É stata lei a preoccuparsi dalle prime telefonate senza risposta dei genitori e a precipitarsi il 5 gennaio a Bolzano. Dopo la conferma che le tracce di sangue trovate sul ponte di Vadena sono di suo padre, ha parlato solo per dire: "Qualunque sia la verità la voglio sapere tutta. Voglio sapere come sono andate le cose quella sera. Dall'inizio alla fine".

Quando la Procura le ha comunicato che suo fratello era indagato, ha detto: "Non sono sorpresa", per poi aggiungere di non volersi esprimere su Benno.

Finora, ha preferito evitarlo ed è andata a stare a casa della zia Carla, la sorella di sua mamma. Dei genitori ha detto che erano una coppia straordinaria, innamorata e felice. "Eravamo una famiglia unita. Adesso questa famiglia non c'è più". Secondo alcuni racconti, Benno da anni abusava di anabolizzanti, farmaci e anche droghe. Nell'ultima puntata di Quarto Grado, una testimone ha riferito che l'estate scorsa Benno aveva avuto un ricovero in Psichiatria in Germania dopo un litigio con la ragazza: per questo, il padre Peter l'aveva riportato in Italia progettando per lui cure psichiatriche.

La teste ha detto che in famiglia tutti avevano paura di lui. La mamma avrebbe detto a Madè di non litigare con lui quando erano soli. Ma anche Laura aveva paura di Benno e lo aveva raccontato in due messaggi audio a un'amica. Laura e Peter tenevano la porta della loro stanza chiusa a chiave, pensando che magari potesse fargli del male. "Che Benno arrivasse a questo punto come una bomba, nessuno lo immaginava, lo abbiamo tutti sottovalutato anche se eravamo preoccupati", ha detto la testimone.

Benno, ora il suo destino dipende da sua madre

Il destino di Benno, d'ora in poi dipenderà da cosa 'racconterà' il corpo di sua mamma che è stato portato presso il reparto di medicina legale dell'ospedale San Maurizio di Bolzano.

L'autopsia, infatti, stabilirà come è morta Laura Perselli. Rimasto 32 giorni in acqua, il corpo della donna si sarebbe conservato grazie alle rigide temperature. Secondo gli inquirenti, sarà possibile accertare se la morte sia avvenuta per strangolamento da parte del figlio dopo una lite in casa come ipotizza la Procura.