Il 17 febbraio, Raffaele Cutolo, capo e creatore dell'organizzazione camorristica napoletana Nuova Camorra Organizzata, è deceduto per malattia nel carcere di Parma. Il boss era detto 'O professore, secondo alcune fonti perché uno dei pochi camorristi nato nell'immediato dopoguerra capace di leggere e scrivere correttamente in italiano, secondo altre invece per le capacità organizzative che ne fecero uno dei più potenti e temuti boss della criminalità organizzata campana. Una setticemia del cavo orale ha provocato l'arresto del suo cuore nello stesso carcere dove è morto il corleonese Salvatore Riina.

La carriera criminale del 'professore'

Sembra che Fabrizio De André si sarebbe ispirato a lui per comporre una delle sue canzoni più famose: Don Raffaé, in cui immaginava un presunto dialogo tra un boss di nome Raffaele e un secondino. Il cantautore ligure però non ha mai confermato questa voce. La storia criminale di Cutolo si sarebbe incrociata, secondo diverse fonti, con alcune intricate pagine della democrazia italiana. Su tutte con il possibile ritrovamento dell'allora presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, ucciso nel maggio del 1978. Stando a quanto dichiarato dallo stesso Cutolo nel 2016 ai pm Ida Teresi e Giuseppe Borrelli non venne tenuta in considerazione la pista offerta da Cutolo per un possibile ritrovamento del luogo di detenzione del presidente DC.

Sarebbe stato anche appurato il suo coinvolgimento nel 1981 nella liberazione di uno dei fedelissimi del ministro campano della Dc Antonio Gava, l'allora assessore regionale Ciro Cirillo. Cutolo ebbe l'intuizione criminale di mettere d'accordo nel corso del tempo i vari clan presenti nell'hinterland napoletano, condensando il proprio potere soprattutto nel tratto vesuviano.

Dando il via ad una organizzazione malavitosa denominata Nuova Camorra Organizzata, allargando il bacino d'affari anche, e soprattutto, agli appalti pubblici come quello della ricostruzione del terremoto in Irpinia del 1980. Tutto questo lo avrebbe fatto anche in regime di detenzione, con i classici metodi di comunicazione tra gli affiliati.

Gli anni della prigionia

Dal 1986, anno in cui venne regolamentato il regime di carcere duro per i capi criminali, Cutolo, che dal 1979 è stato condannato a numerosi ergastoli e che ha sposato nel 1983 all'Asinara Immacolata Jacone, ha deciso di non avere più relazioni, sia con gli altri detenuti che con i volontari e gli altri operatori. Nel corso degli anni ha chiesto solo di avere il colloquio mensile con la moglie e la figlia, nata 13 anni fa con la fecondazione assistita. Nel giugno del 2020 il suo nome è tornato alla ribalta perché, attraverso il suo legale Gaetano Aufiero ha richiesto l'attenuazione del regime di detenzione per via delle sue condizioni di salute precarie e non compatibili con la permanenza nelle case circondariali.

Ma il Tribunale di Bologna ha respinto la sua richiesta, in quanto non ha mai mostrato di voler collaborare con la giustizia. Cutolo non ha mai rinnegato le sue convinzioni. Negli ultimi mesi, poi, nel corso dei colloqui con i familiari, ha mostrato difficoltà a riconoscerli alternando momenti di lucidità a momenti di totale amnesia.