C'è una svolta significativa nel delitto commesso in meno di dieci minuti, forse addirittura appena sette, che ha sconvolto la provincia di Ravenna. A Faenza sabato scorso, 7 febbraio, la 46enne Ilenia Fabbri è stata sgozzata nella sua abitazione di via Corbara. L'ex marito, Claudio Nanni, è ora indagato a piede libero per omicidio pluriaggravato in concorso con persona ignota. L'avviso di garanzia gli è stato notificato oggi.

Per tutta la mattinata, poliziotti della Scientifica e della Squadra Mobile hanno perquisito la casa e l'autofficina di Nanni, poco distante dal villino del delitto dove, fino a qualche anno fa, gli ex coniugi vivevano insieme.

Tra la vittima e l'ex, c'erano liti e contenziosi di natura economica.

Ravenna, la pista del delitto su commissione

Fin da subito, gli inquirenti hanno maturato la convinzione che il delitto possa essere stato commissionato. Col passare dei giorni, il convincimento pare essersi radicato e si è fatta strada una precisa ipotesi: qualcuno, forse l'ex marito di Ilenia Fabbri, avrebbe assoldato un sicario per ucciderla. Il killer sarebbe entrato in casa con una copia delle chiavi, per poi dirigersi a colpo sicuro in direzione della vittima. Invece, l'aggressore ha ignorato la camera dove, sentendo trambusto e vedendo una sagoma per le scale, si era barricata l'amica della figlia Arianna che era ospite in casa e che ha dato l'allarme poco dopo le sei.

Nel villino non ci sono segni di effrazione a porte e finestre, fatto che ha reso inconsistente l'ipotesi del furto finito male. A rafforzare l'idea che si possa essere trattato di un delitto su commissione, una coincidenza: per gli investigatori potrebbe essere l'alibi che si sarebbe costruito Claudio Nanni. L'uomo, infatti, all'ora del delitto era in auto con la figlia Arianna.

Viaggiavano verso Milano per ritirare un'auto presso una concessionaria: lo conferma il telepass che ha registrato l'ingresso dell'auto in autostrada alle sei e 5 minuti. Arianna, a quell'ora, ha ricevuto la telefonata dell'amica allarmata: si pensava a un furto. All'arrivo della polizia in via Corbara, Ilenia Fabbri era in una pozza di sangue.

Ravenna, in cerca di un movente

Il Procuratore capo facente funzione, Daniele Barberini, il pm titolare dell’inchiesta, Angela Scorza e il dirigente della squadra Mobile, Claudio Cagnini, hanno escluso quasi subito il movente passionale perché Ilenia aveva un rapporto eccellente con il nuovo compagno con il quale intendeva sposarsi.

Invece, il matrimonio con Nanni da cui era nata la figlia di 21 anni si era chiuso male, la separazione era stata burrascosa. All'epoca della separazione, lui l'aveva fatta pedinare da un investigatore privato e aveva fatto installare un sistema di controllo sotto la sua auto. Lei l'aveva accusato di maltrattamenti, poi le denunce per violenze erano state archiviate.

I due erano separati dal 2018, tuttavia erano rimaste pendenze di natura patrimonale: se la casa era stata assegnata dal tribunale alla donna, i contenziosi non erano finiti. I due avrebbero dovuto vedersi ancora in tribunale il prossimo 26 febbraio per una causa di lavoro, e l'udienza sarebbe potuta essere proprio a favore di lei. Ilenia, infatti, rivendicava 100mila euro per tutti gli anni trascorsi a lavorare nell'officina del marito dove sono stati fatti accertamenti. La Procura ha anche disposto un accertamento tecnico irripetibile nella casa della vittima alla presenza delle parti. Per questo, oggi pomeriggio, la Scientifica è tornata nuovamente nell'abitazione di via Corbara e ha impiegato il luminol, ancora in cerca di tracce dell'assassino.

Ravenna, l'ultimo grido di Ilenia: 'Chi sei? Cosa vuoi?'

"Chi sei? Cosa vuoi?": sarebbero queste le parole che Ilenia Fabbri prima di morire avrebbe urlato al suo assassino, secondo la testimonianza fornita proprio dall'amica della figlia. La testimone, prima di barricarsi in una stanza, ha visto un uomo ben piazzato, alto, con spalle grosse vestito di scuro.

L'arma del delitto, sarebbe stata improvvisata. Si tratterebbe di un coltello da cucina in ceramica con lama piatta che l'assassino avrebbe cercato maldestramente di ripulire e che è stato recuperato in un lavello nel vano cucina dove la donna è stata trovata morta. Per confermare che è stata uccisa con quell'arma, occorrerà attendere l'esito dell'autopsia.

Potrebbe darsi che il killer abbia prima cercato di uccidere Ilenia Fabbri nella camera da letto al piano superiore tentando di strangolarla. Il fatto che non ci siano impronte, farebbe pensare all'uso di guanti: sarebbe un altro elemento a favore dell'ipotesi di un delitto compiuto su commissione.