La Lombardia passerà in zona arancione rafforzato a partire da venerdì 5 marzo. L'ordinanza è stata firmata dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e sarà in vigore fino al 14 marzo.
Cosa cambia in Lombardia con la nuova ordinanza
Con questa nuova ordinanza regionale si dispone la chiusura degli istituti scolastici primari e secondari di primo grado e secondo grado nonché delle scuole dell'infanzia. Resteranno aperte, invece, nidi e micro nidi. Altre restrizioni riguardano il divieto di spostarsi al di fuori del proprio comune di residenza, tranne che per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità.
Bar e ristoranti saranno chiusi nuovamente: sarà permesso solo l'asporto (fino alle 18 per i bar, fino alle 22 per i ristoranti) e la consegna a domicilio (fino a mezzanotte). I negozi resteranno aperti, ma saranno chiusi nei centri commerciali nei giorni prefestivi e festivi. Sono vietate le visite ad amici e parenti anche all'interno del proprio comune di residenza, tranne che per motivi di assoluta necessità.
Una nota della regione Lombardia sottolinea che questa decisione arriva "visti l'andamento della situazione epidemiologica sul territorio e la peculiarità del contesto sociale ed economico e considerato che la situazione epidemiologica presenta le condizioni di un rapido peggioramento con un'incidenza in crescita in tutti i territori della Lombardia, anche in relazione alle classi di età più giovani".
Altre regioni verso il cambio colore
Oltre la Lombardia, ci sono altre regioni che potrebbero cambiare colore a partire da lunedì 8 marzo. Domani, venerdì 5 marzo, ci sarà, come ogni fine settimana, il monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità. Saranno valutati diversi parametri, tra cui il famoso indice Rt (l'indicatore che misura la velocità di trasmissione del contagio).
A rischio zona rossa ci sono Campania, Emilia-Romagna, Piemonte e Abruzzo. Dovrebbero passare in zona arancione, invece, la Calabria, il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia, mentre Lazio e Puglia sono in bilico. Dunque, sono davvero tante le regioni che rischiano ulteriori restrizioni. La curva dei contagi continua a salire verso l'alto in tutto il territorio nazionale.
Ciò è dovuto soprattutto alla diffusione delle diverse varianti, in particolare quella inglese, che ormai sta dilagando in tutta Italia (secondo una stima dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute rappresenterebbe circa il 54% dei casi totali, mentre quella brasiliana e quella sudafricana causerebbero rispettivamente il 4,3% e lo 0,4% delle infezioni totali).