Al dolore per la morte di Ilenia Fabbri, brutalmente assassinata lo scorso 6 febbraio a Faenza, nel ravennate, ora se ne è aggiunto altro. Ignoti hanno profanato la sua tomba portando via oggetti, cari a lei e a chi l'ha amata e continua a farlo. Ad accorgersene e a segnalare l'accaduto con indignazione, è stato Stefano Tabanelli, il nuovo compagno con cui la 46enne era prossima alle nozze.
Ilenia Fabbri, oggetti rubati dalla tomba
Un cuore e un gattino di ceramica, un cuoricino di legno, un vasetto a forma di anfora: piccoli oggetti trafugati dalla tomba di Ilenia Fabbri.
A denunciare l'accaduto dal suo profilo Facebook, è stato l'uomo al cui fianco Ilenia aveva ritrovato la serenità. Con lui aveva iniziato una nuova vita, dopo 19 anni di un matrimonio tormentato, terminato con una burrascosa separazione dal 54enne Claudio Nanni. L'ex marito, ritenuto dagli inquirenti il mandante del delitto, si trova in carcere, così come il 53enne Pierluigi Barbieri, killer, reo confesso, del crimine.
Al ladro che ha profanato la tomba di Ilenia portando via oggetti di enorme valore affettivo, si rivolge direttamente Stefano Tabanelli: "Vorrei dirti che fai proprio schifo, sei una persona di una tristezza incredibile, non aggiungo altro".
Ilenia Fabbri, chiusa la fossa che avrebbe scavato l'ex marito
Intanto, per questioni di sicurezza è stata chiusa la buca che, secondo il killer, avrebbe scavato Nanni con le sue mani per seppellire Ilenia Fabbri, una volta uccisa. Barbieri, che ha detto di volersi liberare la coscienza, ha svelato nei particolari il piano, che Nanni gli avrebbe proposto mesi fa, per uccidere la 46enne.
Dopo l'ultimo interrogatorio che si è svolto in Questura il 17 marzo, la polizia ha individuato una fossa a Faenza sotto un ponte della ferrovia, in un'area di campagna a poche centinaia di metri da via Corbara dove abitava la donna e dove è stata uccisa. Secondo Barbieri, avrebbe dovuto introdursi in casa di Ilernia e soffocarla nel sonno, per poi trasportarla in un trolley fino alla buca dove avrebbe dovuto abbandonare il corpo cosparso di acido: se fosse stato trovato, non sarebbe stato identificabile.
"Dovevo sfigurarla e seppellirla, il marito aveva già scavato la buca", ha riferito. Una vanga, due taniche di acido, un trolley sono stati sequestrati dagli inquirenti nell'autofficina di Nanni. "A proposito del trolley, ricordo che Nanni, per verificare se il corpo della moglie ci stesse dentro, ci si è messo dentro lui": è una delle frasi contenute nei verbali degli interrogatori di Barbieri.
Dopo due tentativi falliti di eliminare la donna, il piano era cambiato: prevedeva la messinscena di un furto finito male. In un campo vicino una piazzola dell'autostrada A14, tra Faenza e Imola, Barbieri ha fatto trovare anche il manico di un martello da carpentiere con cui la mattina del 6 febbraio, dopo essere entrato nella casa di Ilenia, ha provato a strangolarla senza riuscirci.
Per ucciderla, le ha tagliato la gola con un coltello trovato in cucina. Nanni avrebbe dato a Barbieri sia le chiavi dell'abitazione che quelle del garage della casa di via Corbara. Il killer ha preferito entrare dalla porta del garage dopo che Nanni era andato via con la figlia Arianna. La 21enne, infatti, viveva con la madre. Nanni, che così si sarebbe precostituito un alibi, quella mattina era andato a prenderla per ritirare un'auto a Milano. Dopo aver ucciso la donna, il killer in fuga avrebbe gettato le chiavi in due tombini diversi.
Ilenia Fabbri, nuovo riscontro sulle confessioni di Barbieri
Agli inquirenti, Barbieri ha detto che Nanni gli avrebbe promesso 20mila euro e un'auto usata, ma di non aver ricevuto alcun anticipo.
Il meccanico di Faenza, prima di avvalersi della facoltà di non rispondere, si è limitato a dire che avrebbe incaricato Barbieri di introdursi nell'appartamento dell'ex moglie, ma solo a scopo intimidatorio. Il suo obiettivo sarebbe stato di indurre l'ex moglie a fermare la causa di lavoro contro di lui: Ilenia Fabbri reclamava retribuzioni, fino a 500mila euro, per il lavoro svolto nell'officina in tanti anni di matrimonio, oltre che in una gelateria poi venduta da Nanni a sua insaputa. Il 26 febbraio si sarebbe dovuta tenere l'udienza.
Nanni ha sostenuto di aver dato a Barbieri 2mila euro. Avevano destato sospetti i 2mila e 200 euro sequestrati dalla polizia a Barbieri il 3 marzo, giorno in cui è stato arrestato nella sua abitazione nel reggiano.
Da subito, il killer aveva detto che quei contanti non c'entravano nulla con il delitto. L'accertamento dattiloscopico eseguito dalla Polizia Scientifica di Bologna, su incarico della pm Angela Scorza, sembra dare ragione al reo confesso. Le sue dichiarazioni sarebbero attendibili: su quei contanti esaminati non ci sono impronte digitali di Nanni.