A questo punto, il movente sembrerebbe essere quello più assurdo: la rapina finita male. Marta Novello si è risvegliata dal coma farmacologico ed è stata estubata. Sembra che ricordi la feroce aggressione che, per poco, non l'ha uccisa. È avvenuta lunedì 22 marzo, alle 17, mentre faceva jogging poco distante da casa, in località Marocco, frazione di Mogliano Veneto, nel trevigiano.

In tasca aveva solo cuffiette, chiavi di casa e cellulare. L'aggressore è un 16enne sopraggiunto in bicicletta che le ha inferto 23 coltellate. "Voleva rubarmi il portafoglio", ha detto la 26enne ai genitori, appena ha potuto parlare.

Al giudice del Tribunale dei minori che oggi ha convalidando il fermo, l'adolescente ha dato una versione dei fatti analoga a quella della sua vittima. L'avrebbe accoltellata per rapinarla.

Aggressione a Marta Novello, interrogato il minore

Nel corso dell'interrogatorio di garanzia, durato circa un'ora e mezzo, il 16enne avrebbe risposto a tutte le domande. Alla presenza del pm Giulia Dal Pos e del difensore, Matteo Scussat, in un’aula protetta del Tribunale dei minori di Mestre, il gip Valeria Zancan, oltre a convalidare il fermo, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare nel carcere dei minori di Treviso dove l'adolescente si trova.

È accusato di tentata rapina aggravata per l'uso dell'arma, un coltello, e di tentato omicidio.

Si tratta di un provvedimento rigoroso, dal momento che la giustizia minorile di solito in questi casi prevede o gli arresti domiciliari o il trasferimento in comunità. Il 16enne avrebbe detto di essere uscito di casa armato di coltello con l'intenzione di rapinare una persona, e di aver scelto la vittima a caso: questo, e solo questo, sarebbe il movente.

All'uscita del tribunale il suo difensore ha annunciato: "Non riferisco nulla di quello che ha detto il minore", limitandosi solo a dire che l'assistito ha ascoltato la lettura dell'ordinanza e ha parlato con la madre. Scussat non contesterà l'ordinanza.

Marta Novello sta meglio e ricorda

La studentessa 26enne ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Ca' Foncello di Treviso, ha dato una versione dei fatti simile a quella del suo aggressore.

La 26enne, che nei giorni scorsi ha subito due interventi ai polmoni e agli arti, secondo i medici è fuori pericolo, non ha riportato alcun danno neurologico, parla, è lucida, e sarebbe consapevole di ciò che è accaduto.

Marta Novello non è ancora stata sentita dai carabinieri perché i medici hanno deciso di tenerla in terapia intensiva per sicurezza fino a martedì prossimo. Ma quando si è risvegliata dal coma farmacologico, ha detto ai genitori che il ragazzino l'avrebbe aggredirla alle spalle intimandole di consegnargli i soldi. Lei, non avendoli, gli avrebbe detto: "Se vuoi ti do il cellulare". Poi, colpita più volte, è caduta nel fosso che costeggia la strada, e se non fossero passati due operai a soccorrerla immediatamente, forse non ce l'avrebbe fatta.

Prima di perdere i sensi, avrebbe detto agli operai che il ragazzino voleva rapinarla. I genitori di Marta oggi sono stati sentiti in caserma per mettere a verbale ciò che la figlia gli ha detto. L'ipotesi principale resta quindi quella della rapina, malgrado l'aggressione appaia sproporzionata e priva di senso. Colpisce l'accanimento e il numero delle coltellate inferte alla 26enne che farebbero pensare più a un tentato femminicidio. Il ragazzino avrebbe aspettato, seguito e aggredito la studentessa prossima alla laurea in lingue, interessata a lavorare come mediatrice culturale. I due, però, non si conoscerebbero.

Marta Novello, parla la mamma dell'aggressore

"Sto cercando di trovare un senso a tutto questo dolore".

Così la mamma del minorenne che alla notizia dello scampato pericolo di Marta Novello è scoppiata in un pianto liberatorio. Ha parlato del figlio come di un ragazzino tranquillo che non avrebbe mai avuto problemi di nessun tipo, tanto meno economici, e ha ipotizzato un "black out mentale". La donna che lavora come cuoca ha sostenuto che con la didattica a distanza, il figlio che non ha precedenti penali né psichiatrici, avrebbe manifestato insofferenza e sarebbe diventato aggressivo.

Il minore, lunedì pomeriggio è uscito mentre lei si faceva la doccia e ha sottratto un coltello con lama di 10 centimetri. La casa di Marta non dista neanche 300 metri da quella del ragazzo e il luogo dell'aggressione dista un chilometro.

Il ragazzo, un padre nigeriano che non l'ha riconosciuto e non ha mai conosciuto, frequenta il secondo anno dell'alberghiero e da quando la squadra di calcio che frequenta ha sospeso gli allenamenti la sua condizione sarebbe peggiorata. "Mio figlio non era mai stato violento e non fa uso di droga", ha detto la madre. Ma perché rapinare una vicina di casa quasi uccidendola? La vicenda resta oscura.