Nella mattinata del 10 marzo la Polizia Postale salernitana ha fermato un giovane colpevole di aver tappezzato le mura della città con delle fotografie intime ritraenti l'ex fidanzatina di soli 13 anni. Immediata la decisione della Procura di condurlo in un centro di recupero.
Il reato a lui ascritto è quello di revenge porn, così come stabilito dall'articolo 612-ter del codice penale che criminalizza la "diffusione di materiale sessuale esplicito senza il consenso della persona interessata". Interrogato dalle forze dell'ordine il 17enne ha ammesso di aver compiuto il gesto al fine di umiliare pubblicamente la 13enne.
Gli investigatori che si stanno occupando delle indagini hanno perquisito la casa del ragazzo, scoprendo materiale pedopornografico di tipo informatico. Immediata la replica della Polizia Postale che ha ribadito di prestare attenzione alla diffusione delle proprie immagini intime, onde evitare che questo delicato materiale venga usato per atti di ritorsione.
La legislazione italiana in materia
Nella legislazione italiana è la legge 612-ter del 19 luglio 2019 a tutelare la diffusione di immagini o video dai contenuti sessualmente espliciti senza il consenso della parte interessata. Tale disegno legislativo è nato dopo il caso di Tiziana Cantone, la donna che nel 2016 si tolse la vita in seguito alla diffusione sul web di alcuni suoi video.
Il caso di Tiziana ebbe un'eco mediatica ampia ei il governo fu costretto a intervenire varando una legge volta a punire tutti coloro che favoriscano la circolazione di materiale intimo senza consenso. La norma a tutela del cosiddetto revenge porn fu supportata nel 2018 da una massiva petizione online promossa da Change.org dal nome #intimitaviolata.
Secondo il 1° comma della legge chiunque diffonda materiale privato senza il consenso della persona interessata può essere punito con la reclusione da uno a sei anni e con una sanzione amministrativa da 5.000 a 15.000 euro. Rappresenta un'aggravante se il fatto viene commesso da un coniuge o da una persona con cui la vittima è legata a livello sentimentale, familiare o professionale.
La pena è aumentata se il soggetto ripreso presenta problemi fisici o psichici o se verte in stato di gravidanza. È inoltre passibile di denuncia anche chi viene in possesso di materiale intimo di terzi e decide di condividerlo senza curarsi dell'identità della vittima. La parte lesa ha la possibilità di querelare entro i 6 mesi dall'accaduto.