Benno Neumair potrebbe aver premeditato l'omicidio dei genitori Peter Neumair (63 anni) e Laura Perselli (68 anni). Il supplente di matematica, stando a quanto confermato dalla Procura di Bolzano, lo scorso febbraio ha confessato il delitto, ma alcuni dettagli del suo racconto non convincerebbero gli inquirenti. Se davvero venisse provata l'aggravante della premeditazione il giovane rischierebbe l'ergastolo.

Benno potrebbe aver premeditato il delitto

Nella giornata di lunedì 8 marzo la Procura di Bolzano ha desecretato due interrogatori di Benno Neumair e ha reso noto che il ragazzo, in carcere dal 29 gennaio scorso con l'accusa di duplice omicidio e occultamento di cadavere, ha confessato di aver ucciso, strangolandoli con una corda, il padre e la madre.

L'ammissione sarebbe arrivata pochi giorni dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Laura Perselli. Tuttavia, più di un punto della ricostruzione effettuata dal giovane supplente avrebbe suscitato negli inquirenti delle perplessità e li avrebbe indotti a pensare che Benno, ammettendo le proprie colpe, volesse "smorzare - nei limiti del possibile - i toni dell'omicidio".

Il trentenne avrebbe raccontato di aver ammazzato il padre dopo l’ennesima lite per questioni economiche e di aver fatto lo stesso con la madre, rientrata nella loro abitazione di via Castel Roncolo “quand’era appena successo”. Se così fosse, non ci sarebbe l’aggravante della premeditazione. Tuttavia, si domandano gli investigatori, come mai se le cose fossero andate veramente così, il cellulare di Peter si sarebbe spento diverse ore prima di quello della moglie.

Ma non solo. Benno, quel giorno avrebbe annunciato all'amica Martina, con largo anticipo, che sarebbe arrivato da lei in auto. Tuttavia, come lui stesso ha ammesso, i suoi genitori non gli lasciavano mai utilizzare la Volvo di famiglia (gli avrebbero nascosto addirittura le chiavi) e per questo era solito muoversi solo con i mezzi pubblici.

Il trentenne avrebbe anche dichiarato di aver gettato via, con la corda, anche il proprio cellulare. Una scelta che sta sollevando interrogativi. Perché non lo ha lasciato a casa? Quali segreti avrebbe potuto rivelare il device?

Madé non crede al pentimento di Benno

La pista delle premeditazione, ovviamente, dovrà trovare tutti i necessari riscontri e potrebbe cozzare con la richiesta, avanzata nei giorni scorsi, di sottoporre Benno a perizia psichiatrica volta ad accertare le sue condizioni psicofisiche e la sua capacità di intendere e volere.

La sorella minore del giovane, Madé, in una lettera pubblica, nelle scorse ore ha spiegato di non credere a un sentimento di pentimento da parte del fratello. La ragazza, infatti, ha precisato che l'uccisione a sangue freddo della sua mamma e del suo papà, la sera del 4 gennaio, sarebbe stata per lei "violentemente e dolorosamente evidente" fin dal primo pomeriggio del 6 gennaio.