Scomparsa di Denise Pipitone: colpo di scena ieri sera, 12 maggio, nel corso della diretta del programma di Rai3, Chi l'ha visto?. L'avvocato Giacomo Frazzitta, in collegamento dal suo studio di Marsala con Federica Sciarelli, ha riferito di aver ricevuto una lettera anonima. L'ennesima recapitata al legale di Piera Maggio, mamma di Denise Pipitone, in quasi 17 anni di misteri. Denise aveva quattro anni quando sparì il 1° settembre 2004 da Mazara del Vallo. Stavolta, però, la missiva conterrebbe elementi di novità e concretezza, determinanti per la risoluzione del caso.
Doppio appello per Denise
L'avvocato Frazzitta ha riferito che la missiva è stata ricevuta ieri nel tardo pomeriggio ed è stata aperta evitando di toccarla. Nessun accenno, ovviamente, al contenuto. Il legale ha lanciato un appello al mittente. "È importante che si faccia sentire in qualche maniera. Noi lo ringraziamo per il suo senso civico, chiediamo un ulteriore sforzo, un ulteriore passo". Poi, anche via social, l'avvocato ha ribadito il suo appello: "Ci rivolgiamo a quella persona che dopo 17 anni ha avuto il coraggio e il senso civico di inviare una lettera anonima allo studio legale, dando informazioni nuove. Ti invitiamo a fare un altro passo, nella massima riservatezza, fatti sentire".
A Mattino Cinque, il legale si è poi rivolto alle "persone che hanno un pezzo di verità dentro e questo pezzo di verità non l'hanno tirato fuori, persone che sanno del rapimento di Denise Pipitone. Sarebbero quattro testimoni, "non indagati, non imputati, testimoni che sanno come sono andate le cose. Perché quei quattro testimoni non decidono di parlare"?", ha detto l'avvocato.
🔴 Ci rivolgiamo a quella persona che dopo 17 anni ha avuto il coraggio e il senso civico di inviare una lettera anonima allo studio legale, dando informazioni nuove. ti invitiamo a fare un altro passo, nella massima riservatezza, fatti sentire.#DenisePipitone #VeritàPerDenise pic.twitter.com/QxipolHxzd
— Piera Maggio - MISSING DENISE PIPITONE 💖 (@MissingDeniseMp) May 12, 2021
Alla sua voce, si è unita quella di Piera Maggio che in un post sulla sua pagina Facebook ha scritto: "Per favore, dopo 17 anni, date voce ai tanti silenzi.
Mi rivolgo alla persona della lettera anonima inviata al mio legale. Le chiedo di farsi sentire, nei modi che lei ritenga opportuni, faccia in modo di mettere fine a tutto questo dolore. Non solo noi, è l'Italia intera che glielo chiede".
Di "muro di gomma e indagini ostacolate dall'omertà", ha parlato l'ex procuratore capo di Marsala Alberto Di Pisa, in un'intervista a Ore 14 su Rai2. "A Mazara del Vallo su questa vicenda, nessuno parlava. È impossibile che a mezzogiorno una bambina in una via pubblica sparisca senza che nessuno abbia visto niente", ha detto l'ex procuratore
Il racconto di Battista Della Chiave
Un testimone oculare ci sarebbe stato, ma non è stato ritenuto attendibile ed è deceduto qualche anno fa.
Si tratta di Battista Della Chiave, un sordomuto che nel 2004 lavorava nel magazzino di via Rieti, a Mazara, da dove partì una telefonata ad Anna Corona il giorno della scomparsa di Denise. Chi l'ha visto? ha incaricato esperti di analizzare da capo la registrazione video del 5 marzo 2013 quando l'uomo fu ascoltato dalla Procura.
Per i consulenti Rai, le sue parole sarebbero state fraintese. Alcune preziose informazioni date da Delle Chiave non sarebbero state recepite per una errata traduzione da parte dell’interprete della lingua dei segni dei gesti dell’uomo. Della Chiave avrebbe raccontato il rapimento di Denise: l'avrebbe vista in braccio a suo nipote 'peppe', ovvero Giuseppe Della Chiave.
Poi, avrebbe assistito a una scena particolare: due uomini l'avrebbero caricata su uno scooter che superato un cavalcavia, avrebbero gettato in mare. Denise sarebbe stata fatta salire su una barca. "Anche noi all’epoca avemmo grossi dubbi su come fu raccolta la testimonianza di Battista Della Chiave”, il commento dell’avvocato Frazzitta.
L'ispezione mancata a casa di Anna Corona
Chi l'ha visto? è anche tornato su un altro nodo cruciale del caso. Diciassette anni fa, la casa di Anna Corona non fu perquisita: gli inquirenti andarono nell'abitazione al piano terra dello stabile di via Pirandello dove aveva abitato Anna Corona per poi trasferirsi al secondo piano e in cui abitava, invece, la vicina Giacoma Pisciotta.
Dalle dichirazioni ai microfoni del programma, emergerebbe chiaramente che gli inquirenti avrebbero dovuto avere contezza che quella casa non fosse di Anna Corona. "Loro sapevano che era casa mia perché hanno anche commentato le foto dei miei parenti appese al muro”, ha chiarito al vicina.
Una settimana fa, carabinieri e Scientifica hanno ispezionato l'abitazione in cui Anna Corona non abita più da anni, a seguito di una segnalazione. Dopo circa sette ore, gli inquirenti non hanno trovato nascondigli, e sono usciti dall'edificio con una busta che conterrebbe materiale d'interesse. È stata ispezionata, senza esito alcuno, anche una cisterna per l’acqua posta a pianterreno in uno dei garage dell’immobile.