I carabinieri stanno eseguendo a Scalea, in Calabria, accertamenti su una ragazza di origine romene di 21 anni che sembrerebbe somigliare molto a Denise. Sulla base delle informazioni a disposizione, la procura di Marsala deve decidere se procedere alla comparazione del Dna.
In Calabria una 21enne somigliante a Denise
Sono in atto a Scalea, in provincia di Cosenza, controlli da parte dei carabinieri su una ragazza di ventuno anni, di origini romene che, secondo la segnalazione di un cittadino, assomiglierebbe molto a Denise Pipitone, la piccola scomparsa a Mazara del Vallo nel 2004.
Come appreso dall'Ansa, l'artefice della segnalazione avrebbe indicato "diverse circostanze che potrebbero fare ipotizzare la verosimiglianza di quanto riferito". La ventunenne avrebbe riferito il nome dei genitori e una serie di informazioni utili a ricostruire il suo passato. La procura della Repubblica di Marsala dovrà decidere se procedere alla comparazione del Dna. L'avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta, ha confermato di aver ricevuto la segnalazione nel pomeriggio del 10 maggio. Tutte le segnalazioni devono essere accertate con la massima cautela.
Le piste seguite
Dopo la vicenda russa di Olesya Rostova, i riflettori si sono riaccesi sul caso di Denise Pipitone, la bambina scomparsa a Mazara del Vallo il primo settembre del 2004.
Al momento, nessuna pista è tralasciata: dal rapimento rom al coinvolgimento familiare che vede implicate Jessica Pulizzi e Anna Corona. Si è nuovamente alla ricerca della donna straniera in compagnia di una bambina somigliante a Denise, "Danas", in un video girato nel 2004 a Milano, a distanza di un mese dalla scomparsa di Denise, da una guardia giurata.
Intanto, nei giorni scorsi è stata ispezionata, a distanza di 17 anni dalla scomparsa della bambina, la vecchia abitazione di Anna Corona, ex moglie del padre naturale di Denise, Piero Pulizzi. L'appartamento, per errore, non fu ispezionato nel 2004. L'ex pm Angioni, che si occupò del caso, ha rilasciato un'intervista alla trasmissione Chi l'ha visto dichiarando che i Corona siano stati molto rispettati dalle forze dell'ordine durante le indagini, probabilmente facendo riferimento al fatto che le indagini di allora furono svolte con poca scrupolosità.
Equivoco è risultato anche il frequente scambio telefonico tra Anna Corona e una donna legata a un commissario di polizia: tra le due sarebbero intercorse ben 1233 telefonate in un anno.
Non ci resta che attendere l'evoluzione degli accertamenti sulla ventunenne di Scalea.