Non ci sarebbe ancora alcun movente dietro la strage di Ardea costata la vita a David e Daniel Fusinato, fratellini di 5 e 10 anni, e Salvatore Ranieri, pensionato 74enne di Roma. Andrea Pignani, 35 anni da compiere ad agosto, non avrebbe avuto alcun contatto o rapporto di conoscenza con le sue vittime. A rivelarlo, in un comunicato congiunto, i Carabinieri di Frascati e di Anzio e la Procura della Repubblica di Velletri, chiamata ad occuparsi del caso di Cronaca Nera. Tuttavia, lo psicologo Morris Orakian (vicesindaco di Ardea) non ci sta ad etichettare il triplice omicidio-suicidio come un semplice raptus.

Una strage senza movente

Andrea Pignani, ingegnere informatico da tempo disoccupato, nella tarda mattinata di domenica 13 giugno, è uscito dalla sua villetta di Colle Romito, frazione di Ardea, e si è diretto al parco delle Pleiadi. Qui, senza nessun motivo apparente, ha sparato a due fratellini che giocavano ed all'ex autista Atac che, si trovava a passare casualmente in bicicletta. Chi, poco prima della strage, l'ha incrociato per strada, con felpa (nonostante le temperature estive), guanti e zainetto sulle spalle, avrebbe riferito che aveva lo sguardo fisso, perso nel vuoto.

Secondo gli inquirenti, il 35enne, avrebbe agito in preda ad un raptus. Allo stato attuale, come precisato nel comunicato dell'Arma, infatti, non ci sarebbe un vero e proprio movente.

Il killer, non conosceva e non aveva mai avuto rapporti con le sue vittime. Per questo, almeno per ora, ci si concentrerà perlopiù in ambito familiare. Le attività di indagine, come riportato nel comunicato, proseguono anche al fine di verificare eventuali responsabilità in ordine alla presunta illecita detenzione della Beretta modello 81 calibro 7,65 utilizzata da Andrea Pignani.

Il killer sottoposto solo a consulenza psichiatrica

Il vicesindaco di Ardea, lo psicologo Morris Orakian, titolare del Centro di Psicoterapia Strategica Pomezia, ha commentato: "Io non credo al raptus. Piuttosto penso ad un disturbo della personalità molto complesso.". Da quanto si apprende il killer, non sarebbe stato in cura per problemi mentali.

L'11 maggio 2020, infatti, arrivò in codice azzurro al Nuovo Ospedale dei Castelli di Ariccia. Stando alla sua cartella clinica era "in stato di agitazione psicomotoria". Il personale medico sanitario, tuttavia non ritenendo necessario un Tso, si limitò ad una consulenza psichiatrica e, dopo una notte in reparto, lo dimise riaffidandolo al padre Stefano. Come precisato dal Corriere della Sera, dunque, all'ingegnere informatico venne semplicemente consigliato (e non imposto) di rivolgersi ad un centro di igiene mentale.

Pignani, come è emerso, scelse di non curarsi e nessuno è andato a cercarlo. Anche perché, a suo carico, non risultano denunce o segnalazioni.

Per pura casualità, nella giornata di ieri, lunedì 14 giugno, l'aula di Montecitorio ha iniziato ad occuparsi della mozione sulla salute mentale.

Durante la seduta, la deputata Beatrice Lorenzin, prima firmataria del testo, facendo riferimento alla tragica vicenda di Ardea, ha auspicato una sorta di piano strategico, a copertura territoriale, per superare la disparità di accesso alle cure e, di conseguenza, cercare di limitare il ripetersi di casi drammatici.