"Le piste ciclabili? Le abolirei": è questo il pensiero di Gianni Bugno, due volte campione del mondo di ciclismo e vincitore del Giro d'Italia del 1990. Secondo Bugno, infatti, delimitare delle zone della strada da destinare solamente ai ciclisti è un modo per "ghettizzare" tutti coloro che vanno in bici, che invece dovrebbero essere rispettati percorrendo le strade normali, come tutti gli altri. Il pensiero di Gianni Bugno è senza dubbio alternativo a quello dei più, visto che la tendenza è quella di costruire sempre più km di ciclabili con l'obiettivo di garantire maggiore sicurezza alle persone che scelgono di salire in sella ai propri mezzi.

Le dichiarazioni di Bugno sono arrivate lo scorso 18 giugno durante un evento a Busto Arsizio, propedeutico alla partenza delle Tre Valli Varesine del Centenario.

'Le bici dovrebbero essere rispettate come i pedoni o i trattori'

Il pensiero dell'ex campione di ciclismo è abbastanza semplice: non dovrebbero essere i ciclisti ad abbandonare le strade tradizionali ma, piuttosto, dovrebbero essere gli automobilisti a imparare a convivere con i ciclisti, rispettandoli. Un po' come avviene con i pedoni quando sono sulle strisce pedonali o con i trattori, quando le macchine si posizionano dietro aspettando di poter passare "senza suonare il clacson". Trattamento molto diverso rispetto a quello destinato a chi va sulle due ruote, che secondo Bugno vengono spesso "suonati e stretti" da quegli automobilisti che lui ha definito "imbecilli".

Una soluzione, per l'ex corridore, potrebbe essere quella di riconoscere la bicicletta come un vero e proprio veicolo, citando il caso della Spagna in cui lungo le strade sono presenti dei cartelli che invitano le auto a mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro e mezzo dai ciclisti.

'La bicicletta è l'unico mezzo veloce per spostarsi che non inquina'

Un'altra soluzione, secondo Gianni Bugno, potrebbe essere quella di delimitare il tratto stradale dedicato ai ciclisti con una striscia bianca, condividendo comunque la strada con gli altri mezzi. Questo potrebbe evitare di costruire le piste ciclabili, che secondo l'ex ciclista rappresentano un "buttare via i soldi".

Bugno ha poi voluto sensibilizzare tutti, invitando le persone a utilizzare maggiormente la bicicletta nella quotidianità. La bici, secondo l'ex corridore, rappresenta "l'unico mezzo" capace di permettere gli spostamenti in modo rapido e senza inquinare l'ambiente, e per questo dovrebbe essere facilitato il suo utilizzo: "Mi innervosisce che sia un problema arrivare a Milano da Monza in bici, solo 16 chilometri". Bugno ha voluto concludere affermando che, secondo lui, il problema abbia come origine un fattore culturale, chiedendosi ad esempio perché si sceglie di utilizzare l'auto per portare i figli a scuola ("sono tutti in colonna") piuttosto che la bicicletta.