Potrebbero esserci delle pesanti offese di genere dietro al suicidio di Laura (il nome, in considerazione dell'età della vittima, è di fantasia), la 13enne che si è tolta la vita nella serata di domenica 6 giugno a Torpignattara, quartiere alla periferia est di Roma. I compagni di scuola, da quanto si apprende, le avrebbero reso la vita impossibile prendendola in giro non solo per il suo aspetto fisico un poco robusto, ma anche per l'acconciatura "da maschio". La mamma, nei giorni scorsi, ha riferito che la figlia, isolata dalle amiche di sempre, è stata vittima di bullismo.

Del caso di Cronaca Nera si stanno occupando i Carabinieri del Comando Compagnia Roma Casilina. I militari hanno già sequestrato i dispositivi elettronici della piccola e nei prossimi giorni verranno sottoposti ad accertamenti e perizie.

Bullizzata per la sua insicurezza di genere

Laura, una ragazzina molto brava a scuola, ma estremamente fragile (e per questo seguita anche dagli psicologi e dai servizi sociali) si è tolta la vita domenica sera. Mentre la mamma faceva le pulizie in un piccolo pub a due passi dalla loro palazzina di Torpignattara, la tredicenne si è procurata un cavo elettrico e si è impiccata alla mensolina della sua camera. La madre, che l'ha trovata ormai esanime poco prima della mezzanotte, ha immediatamente raccontato che la figlia aveva dei seri problemi a relazionarsi con i coetanei.

La ragazzina si sarebbe tolta la vita in quanto bullizzata dai compagni per la sua insicurezza di genere, ovvero il suo aspetto "robustello" e il taglio di capelli corto. A scuola le avrebbero rivolto delle offese di carattere sessuale e affibbiato soprannomi di cattivo gusto.

L'email della mamma

Il legale che sta seguendo la famiglia di Laura in questo delicato momento, l'avvocato Marco Lepri, è convinto che le critiche avanzate dagli altri ragazzini unite a una relativa sottovalutazione da parte degli adulti della situazione, avrebbero rappresentato per la ragazzina un peso insostenibile.

"La stessa consulenza della neuropsichiatria dell'Umberto I - ha spiegato - al termine dei test ha evidenziato valori significativi di ansia e depressione". Un quadro, dunque, che potrebbe essere compatibile con gli atti di bullismo denunciati dalla mamma.

A causa di un malinteso, a quanto sembra, le amiche più care della tredicenne avrebbero iniziato a isolarla e a prenderla di mira.

A scuola le era stata cambiata anche sezione, ma non era servito a nulla. Le giovani infatti, sempre secondo la versione della madre, non avrebbero smesso di tormentare Laura.

Il 27 novembre dello scorso anno, la madre della ragazzina, ha lanciato l'ennesimo sos inviando una mail indirizzata non solo alla dirigente scolastica, ma anche ai membri della Commissione Inclusione dell'istituto di Roma frequentato dalla giovane. Nel messaggio, la donna, aveva provato a spiegare le numerose problematiche relazionali della figlia. "Questo tipo di dinamiche - aveva affermato - che forse in una certa misura potrebbero anche essere fisiologiche, di certo non lo sono per l'impatto che hanno su mia figlia, che sta iniziando a prendersela con se stessa".

La donna aveva proseguito sottolineando la sua condizione di mamma single aveva implorato aiuto: "Abbiamo bisogno della vostra attenzione e del vostro aiuto, io da sola non ce la faccio".

Gli atti di autolesionismo

Nonostante tutto, però, la situazione non è mai migliorata. Anzi, il 17 febbraio un ragazzino a scuola, per scherzo, ha urlato nelle orecchie di Laura e lei presa alla sprovvista si è ferita a un dito. L'istituto ha informato la madre e, su richiesta di quest'ultima, la tredicenne era stata portata al pronto soccorso dell'Umberto I: "Aveva un mezzo guantino sulla mano per nascondere i graffi che si era fatta con atti di autolesionismo, le dissi ora i medici ti chiederanno perché e tu devi dire tutto.

Così è stato".

L'ospedale in seguito a quell'episodio, come da protocollo, richiese l'intervento dei Servizi sociali del V Municipio e, come ha rimarcato l'avvocato Lepri, la donna in quell'occasione aveva rinnovato la sua richiesta di aiuto. Agli assistenti sociali aveva spiegato, tra l'altro, di dover lavorare anche alla sera e di essere costretta a lasciare Laura a casa da sola, nella stessa palazzina in cui abitano la zia e altri vicini che hanno visto la tredicenne crescere. Ora, La donna, risulterebbe iscritta nel registro degli indagati per il reato di abbandono di minore. "L'indagine nei suoi confronti - ha puntualizzato il legale - è più un atto dovuto; che potesse sfilare un cavo elettrico dal muro per togliersi la vita era impensabile".