Giuseppe De Donno, l’uomo che per primo in Italia sperimentò l’utilizzo del plasma iperimmune per curare il Covid 19, è morto ieri, 27 luglio, a Curtatone (MN), all’età di 54 anni. Il suo corpo pare sia stato trovato dai parenti, non ci sono al momento notizie ufficiali ma dalle prime ricostruzioni sembra si sia trattato di un suicidio. Il medico sarebbe infatti stato trovato impiccato ieri pomeriggio nella sua abitazione.
Una morte inaspettata
Poche settimane fa, l’ex primario di Pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova aveva lasciato il posto di lavoro per trasferirsi a Porto Mantovano come medico di base.
De Donno dal febbraio 2020, nel pieno della pandemia di Covid, era stato impegnato nel trovare una cura, concentrandosi appunto sulla terapia con plasma iperimmune, prelevato da pazienti già guariti da almeno 28 giorni con test sierologico negativo e trasferendo così gli anticorpi dal paziente già guarito a quello con infezione in corso. In brevissimo tempo era diventato uno dei medici più noti e discussi d’Italia, con decine di interviste da parte dei programmi televisivi, soprattutto dopo che è emersa la notizia della guarigione di Pamela Vincenzi, la ventottenne incinta di 24 settimane arrivata all'ospedale di Mantova con una grave polmonite bilaterale, e che non avrebbe potuto accedere ad altre cure per non causare danni al feto.
Il progressivo accantonamento della terapia
Da qualche mese però, gli studi effettuati indicavano che la terapia con plasma iperimmune non fosse sempre la più efficace e consigliata nella gestione della malattia. La ricerca Tsunami ha infatti mostrato che non ci sono differenze significative nel decorso della malattia tra i pazienti trattati con plasma convalescente e quelli del gruppo di controllo, che hanno ricevuto una terapia standard.
Nei primi trenta giorni dall'infezione non è stato infatti evidenziato un reale beneficio in termini di quantità di decessi e di aggravamento della patologia respiratoria, salvo in casi di pazienti meno compromessi dalla malattia (senza comunque raggiungere anche qui una significatività statistica).
La terapia del dott. De Donno è stata quindi progressivamente accantonata, nonostante molti pazienti continuino a sostenere di essere guariti solo grazie al trattamento da lui ricevuto. I carabinieri del comando provinciale di Mantova stanno già indagando sull’accaduto, per far luce sulla vicenda che presenta ancora punti oscuri.