Svanita nel nulla, si infittisce il mistero che sembrerebbe nascondere un terribile retroscena familiare. Si allarga l'indagine della Procura di Brescia sulla scomparsa di Laura Ziliani, ex vigilessa di 55 anni, vedova e madre di tre figlie.
Ormai quasi due mesi fa, lo scorso 8 maggio, la donna è scomparsa da Temù, paese della Valcamonica dove la famiglia ha una casa. Quel giorno, la donna sarebbe uscita di casa per fare una passeggiata in un sentiero, ma non è più tornata. Ora, oltre a due figlie, è stato iscritto nel registro degli indagati il fidanzato della maggiore.
Giallo in Valcamonica
Con Silvia e Paola Zani, di 27 e 19 anni, la più grande e la più piccola delle tre figlie, è indagato a piede libero anche il fidanzato di Silvia. L'ipotesi di reato è concorso in omicidio volontario. Incongruenze e discordanze nel racconto delle figlie avrebbero portato gli inquirenti a ipotizzare che possano avere a che fare con l'inspiegabile scomparsa della madre. Niente trapela dalla Procura che da settimane lavora nel più stretto riserbo. "Non creiamo mostri, queste iscrizioni al momento sono solo atti dovuti per accertamenti tecnici", le sole parole del procuratore capo Francesco Prete.
Finora, l'unico elemento certo è che le ragazze, sentite più volte con il fidanzato di una di loro, hanno dato l'allarme l'8 maggio alle 11, ma poi avrebbero fornito diverse versioni sull'orario in cui la madre sarebbe uscita.
Laura Ziliani sarebbe uscita alle sette del mattino per andare a fare un’escursione nei boschi verso Villa Dalegno. Un testimone l'avrebbe incrociata su un sentiero, ma le telecamere in paese non l'avrebbero ripresa. Sarebbe dovuta tornare nella casa che si trova nel centro del borgo alle 10 per aiutare le figlie a portare rifiuti in discarica.
Le ragazze sono poi andate ugualmente a conferire i rifiuti, a dispetto della scomparsa della madre.
Il caso presenta altre anomalie. La figlia maggiore avrebbe riferito di aver visto quella mattina sua madre parlare a telefono con la sorella prima di uscire, per poi accorgersi che aveva scordato il telefono in soggiorno. Il cellulare però è stato recuperato in cantina, dietro una cassapanca, e sarebbe risultato spento dalla sera precedente.
La donna non avrebbe mai lasciato a casa il telefono sul quale la chiamava sempre la seconda figlia affetta da una grave forma di autismo. Anche l'orologio gps che Laura portava con sé nelle passeggiate, era rimasto in casa. Sembrerebbe che tra l'ex vigilessa e le figlie ci fossero stati diverbi sull'amministrazione dell'appartamento e di altre proprietà.
Ispezionata l'abitazione sotto sequestro
Mercoledì 30 giugno, i carabinieri della Scientifica in tuta bianca hanno perlustrato per ore i tre piani della casa. A Temù, Laura Ziliani, impiegata nell’ufficio tecnico di Roncadelle, nel bresciano, andava tutti i fine settimana per fare escursioni in montagna. Il sospetto degli inquirenti è che in quell'abitazione possa essere accaduto qualcosa di terribile.
Nove anni fa, la donna era rimasta vedova dopo che il marito era stato travolto da una valanga proprio a Temù dove lei aveva lavorato a lungo come agente di Polizia locale. Dopo anni difficili, aveva intrapreso una nuova relazione e aveva avviato nuovi progetti: stava facendo il restauro della casa per trasformarla in un bed and breakfast. I consulenti informatici della Procura hanno sequestrato tutti le apparecchiature informatiche, oltre ai cellulari dei tre indagati. Avranno 90 giorni di tempo per cercare tracce che possano risolvere il giallo di questa scomparsa.
Le ricerche di Laura Ziliani
La vicenda sta tenendo con il fiato sospeso la comunità di Temù. Per i residenti che ben conoscono i sentieri di montagna, è inverosimile che non sia stato trovato il corpo di Laura Ziliani.
Se mai fosse davvero andata su quel sentiero, da escursionista esperta quale era, avrebbe percorso un itinerario per lei agevole. Le ricerche sono andate avanti per una settimana. Hanno coinvolto centinaia di persone fra tecnici del Soccorso alpino e speleologico, unità cinofile molecolari giunte da Trento e dal Piemonte, Carabinieri e Vigili del fuoco. "L’abbiamo cercata per giorni in un raggio di 280 chilometri, qui non abbiamo anfratti o dirupi che nascondano un corpo. In molti sospettiamo che qualcuno l’abbia uccisa e messa sotto terra, altrimenti sarebbe saltata fuori", ha detto il sindaco Giusepope Pasina.
Non avendo dato alcun esito, le ricerche erano state sospese. Poi, quando il 23 maggio nei pressi del torrente Fiumeclo a Temù, un escursionista aveva trovato una scarpa di marca Salomon, sono riprese. Anche sulla scarpa, le figlie avrebbero avuto incertezze: una l'avrebbe riconosciuta come della madre, mentre l'altra no.