Una presunta violenza di gruppo, cinque ragazzi contro una 18enne che, sconvolta, racconta tutto al padre, il quale fa irruzione nell'appartamento dove sarebbe stata abusata e che ora rischierebbe una denuncia. Fatti accaduti a Lignano Sabbiadoro, località balneare in provincia di Udine, il pomeriggio dello scorso 10 agosto.

La ragazza si trovava in vacanza nella nota località balneare con i genitori. Dei cinque coetanei, due veneti di Verona, altri due lombardi, il quinto piemontese, tutti incensurati, solo uno è minorenne.

Lignano, la trappola

Sarebbe stata abusata da tutti e costretta a subire un rapporto completo contro la sua volontà dopo che le sarebbe stata tesa una trappola.

Responsabile dell'agguato sarebbe stato uno dei cinque, il piementose del gruppo, con il quale la 18enne aveva avuto già una frequentazione l'estate scorsa a Lignano Sabbiadoro. La ragazza aveva preso le distanze dal coetaneo per via di un approccio troppo fisico. Lo scorso martedì, però, il ragazzo, in compagnia di altri due amici, l'avrebbe fermata sul lungomare convincendola ad andare nell'appartamento che i ragazzi avevano affittato per trascorrere le vacanze. Gli altri due del gruppo sarebbero arrivati nell'appartamento in un secondo momento per prendere parte agli abusi. I cinque, iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di violenza di gruppo, restano a piede libero: si occupano del caso la Procura di Udine e quella minorile di Trieste.

Sulla vittima della presunta violenza è stata disposta una visita medica all'ospedale. Assistita da una psicologa, la ragazza ha ricostruito quanto sarebbe accaduto. Uscita dall'appartamento degli abusi, avrebbe raccontato tutto a un amico bagnino che le avrebbe suggerito di andarlo a riferire ai genitori.

Il padre della 18enne: 'Piagnucolavano e chiedevano aiuto'

Al Corriere della Sera, il papà della 18enne ha rivelato quanto accaduto dopo. Ha ammesso che, in seguito al racconto che gli ha fatto la figlia martedì pomeriggio dopo averlo raggiunto sconvolta in spiaggia, non è riuscito a pensare più di tanto. Lui avrebbe voluto chiamare la polizia, ma era senza cellulare al mare.

Allora, si è diretto come un missile verso la casa di quei ragazzi: tale era la rabbia che neanche ricorda il tratto di strada percorso. Ha precisato che il suo intento non era quello di farsi giustizia da solo, ma di affrontarli, di guardarli in faccia "uno a uno". Prima avrebbe bussato e suonato ripetutamente alla porta dell'abitazione: non ricevendo alcuna risposta l'ha sfondata a spallate. Ha scoperto, allora, che i cinque ragazzi si erano chiusi a chiave in una stanza. "Li sentivo piagnucolare, conigli", ha detto.

L'aspetto paradossale della vicenda, altrimenti di solo dolore, per questo papà è che i ragazzi gridavano aiuto. "Pazzesco, loro chiedevano di essere aiutati dopo quello che avevano fatto a mia figlia".

Le urla e il frastuono hanno richiamato alcuni condomini che spaventati hanno chiamato la polizia. "Ho desistito, distrutto, vinto, incredulo". Il papà sa che ci vorrà tempo, soprattutto a sua figlia, per metabolizzare l'accaduto. Ritiene che sia folle pensare che siano le ragazzine ad andarsela a cercare, solo per essersi fidate di soggetti sbagliati. Sa che potrebbe essere denunciato per violazione della proprietà privata.

La versione dei cinque: 'Era consenziente'

Hanno parlato di rapporto consenziente i cinque denunciati che nel frattempo si sarebbero già allontanati dalla località balneare. Sentiti presso l'uffiicio stagionale della polizia a Lignano, hanno ammesso di avere avuto rapporti ma hanno chiarito che sarebbero avvenuti perché la ragazza li avrebbe voluti: volontariamente sarebbe entrata nel loro appartamento, così come nessuno le avrebbe impedito di andarsene.

Veranno ascoltati alla presenza dei loro legali. Gli smartphone dei ragazzi sono stati posti sotto sequestro: al vaglio della Squadra Mobile diretta dal vicequestore Massimiliano Ortolan, chat e contenuti video.

Le indagini continuano alla ricerca di riscontri nel racconto fornito dalla ragazza: oltre al papà, sono stati ascoltati i condomini dell'edificio dove abitavano i cinque ragazzi. Sotto sequestro sono state poste anche le lenzuola dell'appartamento per una comparazione del Dna con quello degli indagati. Il vicequestore ha chiesto al pm di sentire di nuovo la ragazza, alla presenza di una psicologa, in ragione del fatto che è parsa molto provata, vulnerabile, sofferente.

Solidarietà alla 18enne e ai suoi familiari è stata espressa dal sindaco di Lignano, Luca Fanotto, che però ha precisato che l'accaduto non è un fatto di ordine pubblico. "Un caso come questo è grave, ma resta isolato ed è avvenuto in uno spazio privato".