"Se ritrattassi dichiarando che quanto ho detto al Pm non è vero, si chiuderebbe subito il processo a mio carico". Ad affermarlo, con un post su Facebook, è l'ex pubblico ministero di Marsala Maria Angioni, attualmente iscritta nel registro degli indagati con l'accusa di false dichiarazioni.
L'attuale giudice del lavoro di Sassari, che tra il 2004 ed il 2005 seguì le indagini sulla misteriosa scomparsa da Mazara del Vallo della piccola Denise Pipitone (quasi quattro anni all'epoca dei fatti) ha motivato la sua decisione sottolineando che tante altre persone cercano di avere verità e giustizia.
L'ex pm Angioni non intende ritrattare
Nelle scorse ore, l'ex pm di Marsala Maria Angioni ha commentato su Facebook la sua iscrizione nel registro degli indagati e l'eventuale processo che presto, a quanto pare, sarà chiamata ad affrontare. "Se ritrattassi - ha evidenziato in un post rilanciato anche dalla pagina Fb "Vivi Mazara" - e, dichiarassi, abiurando che quanto ho detto al Pubblico Ministero non corrisponde al vero, subito si chiudere il procedimento penale a mio carico".
Tuttavia, l'attuale giudice di Sassari sembra avere le idee chiare e non intenderebbe "Fare marcia indietro". "Io voglio il processo - ha affermato - è una cosa che devo, a me stessa ed anche a tante altre persone (facendo riferimento, forse, ai familiari di Denise Pipitone) che hanno diritto ad avere giustizia e verità".
"Io – ha quindi aggiunto Maria Angioni – sto studiando e valutando gli atti del procedimento, anche quelli che sono contenuti nei tanti stralci del modello 44 (ossia, "notizie di reato a carico di persone ignote", ndr) e del modello 45 (ossia "registro atti che non costituiscono notizie di reato", ndr) che, all’epoca dei fatti, decisi di disporre per "esigenze di particolare segretezza": La giudice ha poi precisato di aver provveduto già a depositare una "denuncia penale per falsità materiale in atto pubblico":
Le dichiarazioni del pm Angioni
Denise Pipitone scomparve il primo settembre 2004 da Mazara del Vallo (in provincia di Trapani).
Come da protocollo, la locale procura di Marsala, aprì un'indagine che fu seguita, da ottobre 2004 a luglio 2005, dall'allora pubblico ministero Maria Angioini.
Nei mesi scorsi il caso di cronaca, in seguito anche ad una serie di segnalazioni che hanno sollevato un certo "clamore mediatico", si è riaperto. La giudice sarda, intervenendo in diverse trasmissioni tv, ha sostenuto che nel corso delle indagini ci sarebbero stati, a suo dire, una serie di errori e di tentativi di depistaggio.
Le forti accuse della giudice hanno spinto la locale procura a riaprire le indagini sulla piccola Denise Pipitone. Per questo, lo scorso 3 maggio, Angioni è stata ascoltata a Marsala in qualità di "persona informata dei fatti”. Alcune delle sue dichiarazioni, tuttavia, non avrebbero avuto riscontro negli atti dell'inchiesta.
Per questo, quindi, in data 4 giugno, le è stato inoltrato un avviso di garanzia (notificatole poco dopo, il 18 giugno) con conseguente invito a comparire, sempre negli uffici della procura di Marsala, in veste, però, di indagata. Gli episodi che sarebbero contestati all'ex pubblico ministero, da quanto si apprende, sarebbero tre. Il legale della giudice, l’avvocato Stefano Pellegrino, parlando con i cronisti e sottolineando la complessità del caso di Denise Pipitone, ha spiegato che si tratterebbe di “ricordi in buona fede".