Il 5 dicembre del 2010 Chafik Elketani, un ragazzo di origini marocchine, mentre era alla guida della propria auto, falciò un gruppetto di ciclisti. Commise una strage, con otto dei corridori che persero la vita. Lo scorso lunedì 6 settembre Elketani ha causato un altro incidente stradale, nel quale ha perso la vita Fennane Noureddine, un suo connazionale di 31 anni. Inevitabile la rabbia dei famigliari degli otto corridori, che si chiedono (legittimamente) come facesse Chafik ad avere ancora la patente.

Per l'incidente del 2010 l'uomo scontò cinque anni di carcere

L'incidente del 2010 avvenne lungo la strada statale 18 Tirrenica, che da Lamezia porta a Gizzeria, piccolo comune di 5mila abitanti posto in provincia di Catanzaro. In seguito alla strage, Chafik provò a difendersi dichiarando come l'incidente fosse causato da qualcuno che gli tagliò la strada. Circostanza, questa, che non venne mai ritenuta credibile dall'allora procuratore Salvatore Vitelli. In realtà l'inchiesta appurò che Chafik si fosse messo alla guida sotto l'effetto di droghe. Inoltre, si scoprì anche che l'uomo si era messo alla guida pure senza patente, che gli venne ritirata sette mesi prima per una infrazione stradale.

Per l'incidente, l'uomo venne condannato a una pena di otto anni di galera. All'epoca non esisteva ancora il reato di omicidio stradale, quindi ne scontò solo 5 e poi uscì.

La notizia del nuovo incidente causato da Chafik ha provocato rabbia e stupore a Lamezia

A svelare maggiori dettagli su Chafik è il Corriere della Sera, che riporta come l'uomo abbia quattro fratelli e che ha sempre lavorato in Calabria insieme al padre, un commerciante che si stabilì a Gizzeria una quarantina di anni fa.

Qualcuno, dopo il primo incidente, definì Elketani un "lavoratore sodo". La notizia della nona vittima causata dalla guida di Chafik ha gettato nella rabbia e nello stupore la comunità di Lamezia, dove vivevano la maggior parte dei ciclisti morti 11 anni fa. Tra le vittime c'era anche il cicloamatore Rosario Perri, che si trovava in compagnia del fratello Gennaro e dell'avvocato Fabio Davoli: questi ultimi rimasero feriti, riuscendo a sopravvivere all'incidente.

Gennaro ha voluto commentare la notizia al Quotidiano del Sud, chiedendosi come sia possibile che Chafik avesse ancora la patente. L'uomo ha voluto specificare di non avercela con il ragazzo, ma bensì con il "giudice che lo ha condannato e che gli ha consentito di riprendere la patente". Infine, Gennaro ha lanciato un appello affinché la legge venga cambiata: "altrimenti uno si alza la mattina e fa quello che vuole tanto non viene severamente punito come dovrebbe".