A Bologna una ragazzina di 12 anni si è lanciata nel vuoto, perdendo la vita. Tra le mani stringeva il cellulare e un biglietto di addio rivolto ai suoi cari.

Si indaga sui contenuti rinvenuti nelle chat di cui faceva parte per capire se qualcuno possa averla istigata a compiere tale gesto estremo.

Il gesto

Il drammatico gesto ha sconvolto l'intera comunità bolognese: a farla finita, nella giornata di martedì, è stata una ragazzina di appena 12 anni, lanciatasi nel vuoto mentre stringeva a sé lo smartphone ed una lettera di scuse rivolta a mamma e papà.

Sul luogo della tragedia sono giunti nell'immediato i sanitari del 118, che non hanno potuto far altro che constatare il decesso della dodicenne.

I link nella chat Whatsapp

Sotto choc la famiglia della ragazzina e una intera comunità, incredula di come la vita apparentemente tranquilla di una famiglia possa trasformarsi, in pochi istanti, in un inferno.

Nelle scorse ore, come da prassi, sono stati già ascoltati i famigliari e i vicini di casa per cercare di comprendere eventuali dinamiche complesse all'interno delle mura domestiche. Il quadro che ne è emerso è quello di una famiglia normale, che conduceva una vita tranquilla, fatta eccezione per quei piccoli screzi che abitudinariamente sorgono tra genitori e figli.

Rilevante, però, potrebbe essere proprio una ramanzina recente, collegata all'uso non sempre corretto del cellulare: il padre della vittima, infatti, aveva scoperto nello smartphone della dodicenne alcune chat con link spinti e contenuti per adulti. La risoluzione del mistero legato alla sua morte potrebbe esser contenuta proprio in una di quelle conversazioni in chat, che ora sono oggetto di indagine delle forze dell'ordine.

Il biglietto alla famiglia e le prime testimonianze

Gli inquirenti ritengono che la ragazzina avesse premeditato tutto già da qualche tempo: non si sarebbe trattato di un drammatico e casuale incidente, come dimostrerebbe il biglietto di scuse stretto tra le dita e rivolto ai suoi famigliari. Tra le mani, rinvenuto anche il suo inseparabile smartphone, andato in frantumi, ma che potrebbe rivelare dettagli fondamentali per capire cosa la abbia spinta a compiere il tragico gesto.

La Procura ordinaria, nella persona del pm Elena Caruso, ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, che consentirà agli inquirenti di indagare a fondo nella vita privata e "virtuale" della ragazzina.

L’attenzione degli investigatori è concentrata anche sui racconti di amici e compagni di scuola, dai quali è emerso come, diversi anni fa, la dodicenne fosse stata presa di mira da un bullo.