Le prime due puntate d'inchiesta di Fanpage, andate in onda a Piazza Pulita, sono pienamente in linea con le altre 100 ore di girato. Si tratta delle stesse che Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, aveva chiesto di visionare per poter esprimere un giudizio su Carlo Fidanza, l'europarlamentare del suo partito ripreso da una telecamera nascosta del quotidiano che ha avviato l'inchiesta.

Le due video-puntate mostrano i rapporti che vari noti esponenti della Lega e di Fratelli d'Italia intrattenevano con Roberto Jonghi Lavarini, noto come il "Barone nero", e già condannato a due anni per apologia al fascismo.

Quest'ultimo, stando a quanto emerge dalla video inchiesta, sarebbe l'anello di congiunzione tra una serie di contatti politici della destra milanese e nazionale e un variegato gruppo di influenza che punta a costruire una nuova classe dirigente nel centrodestra. Secondo quanto mostrato, vi sarebbero legami tra Lega, Fratelli d'Italia e il movimento di ultra-destra "Lealtà e Azione". La Procura ha aperto un fascicolo in base all'esposto di Europa Verde, dove viene fatto riferimento ai reati di riciclaggio e finanziamento illecito ai partiti.

'La terza Lega'

Come dichiara Mario Borghezio, storico esponente di punta del Carroccio (registrato di nascosto dalle telecamere di Fanpage), "esiste la terza Lega", ovvero quella più vicina ad alcuni movimenti di estrema destra.

"Aspettavo questo momento da decenni. Salvini è un debole e ora è sotto tiro", ha raccontato Borghezio. Il tutto è emerso grazie a due puntate d'inchiesta del quotidiano, quella in cui un giornalista si è finto per tre anni un importante uomo d'affari per entrare nella galassia dell'estrema destra milanese e raccontare i rapporti di quest'ultima con i partiti della destra istituzionale.

In tutte le puntate dell'inchiesta si vede l'uomo dedito a organizzare incontri locali con i referenti della Lega vicini al movimento di cui sopra. Tali referenti sono il consigliere regionale della Lega Max Bastoni e la neo-consigliera comunale Silvia Sardone, eletta con un altissimo numero di preferenze e passata al Carroccio dopo anni di attivismo e incarichi di rilievo in Forza Italia.

Alcuni incontri - stando a quanto emerge dall'inchiesta - erano organizzati con lo scopo di raccogliere finanziamenti in nero per la campagna elettorale degli esponenti di Lega e Fratelli d'Italia vicini al movimento di Jonghi Lavarini - in cambio di posti in regione e al Parlamento europeo - e per presentare i singoli candidati, tra cui il consigliere di zona Stefano Pavesi, esponente di "Lealtà e Azione" assunto da Silvia Sardone come suo collaboratore all'Europarlamento. Sulla "Lobby nera" sono state avviate delle indagini dai pubblici ministeri Giovanni Polizzi e Piero Basilone, coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, con l'obiettivo di fare luce sui presunti finanziamenti illeciti al partito di Giorgia Meloni e su eventuali procedure di riciclaggio favorite dalla galassia nera.

Secondo la Procura di Milano le 100 ore sarebbero in linea con quanto mostrato

Giorgia Meloni ha preso tempo, dopo aver inizialmente tirato in ballo l'eventualità di "tagli" mirati per accusare l'europarlamentare Fidanza e la candidata a Milano Chiara Valcepina di "vicinanza" con Jonghi Lavarini (con tanto di riferimento ad atteggiamenti nostalgici del ventennio).

la Procura ha visionato tutte e 100 le ore di girato che hanno portato poi alla realizzazione delle due puntate di inchiesta del noto giornale online sulla "Lobby nera". E, secondo gli inquirenti, quanto messo alla luce dal video-inchiesta è pienamente in linea con la realtà. Al termine della seconda puntata, infatti, si vede Jonghi Lavarini che chiede al giornalista infiltrato i soldi per il finanziamento da consegnare in contanti in una valigetta, come aveva suggerito di fare l'eurodeputato della Lega Carlo Fidanza.

Il trolley viene consegnato ad un'anonima signora, ma al suo interno, anziché le banconote, ci sono una serie di libri sul nazismo e sulla Costituzione italiana. Dopo la pubblicazione della prima puntata dell'inchiesta giornalistica, il cronista inviato ha ricevuto una serie di minacce dal "Barone nero", il quale gli ha scritto "So dove abiti. Dammi una spiegazione entro un'ora o ti vengo a cercare".