Dopo 17 anni di tormenti, affanni, speranze, illusioni e disillusioni, i familiari temono che il caso Denise Pipitone cada "nell'oblio totale". In particolare, l'angoscia più grande di Piera Maggio, mamma della bambina sequestrata da Mazara del Vallo il 1° settembre 2004, è che il nuovo fascicolo d'indagine sia chiuso. La gip del Tribunale di Marsala, Sara Quittino, infatti, si è riservata di decidere sulla richiesta di archiviazione del caso avanzata dalla Procura di Marsala. L'attesa consuma i genitori della bambina che dall'inizio della vicenda chiedono giustizia e verità.

Come ha già fatto molte volte, Piera ha affidato a un post sulla sua pagina Facebook un amaro sfogo.

Denise, 'Vogliamo la vera verità'

"Denise non è scomparsa, non è andata via da sola ma è stata vigliaccamente rapita, privata dell'amore della sua famiglia e della sua identità. In uno Stato civile, i colpevoli del rapimento di una bambina, non possono rimanere impuniti, liberi. Non chiediamo giustizialismo, ma vogliamo la vera verità": è un passaggio del post pubblicato ieri, 26 novembre, da Piera Maggio.

La donna scrive che sia lei che il papà della bambina, Piero Pulizzi, alla luce degli ultimi fatti, temono che sul caso cada l'oblio completo e non si sentono affatto tutelati. Vorrebbero che si facesse chiarezza sulla vicenda che li riguarda, vorrebbero finalmente la verità sulle sorti della figlia.

Invece, devono ancora constatare che la verità fa fatica a emergere "nonostante ci siano elementi importanti, gravi e incontrovertibili". Vorrebbero operatori di giustizia che non perdano di vista l'obiettivo principale e si spoglino della propria veste privata, ha scritto la mamma, forse riferendosi a qualche magistrato e giudice.

In un post precedente, Piera Maggio chiede che la commissione d'inchiesta sul caso Denise Pipitone inizi il suo lavoro con urgenza. Intanto, è fissata il prossimo 2 dicembre la prima seduta di discussione per l'iter legislativo che porterà alla costituzione di tale commissione, come richiesto dai deputati Alessia Morani e Carmelo Miceli.

"Noi come genitori che cosa possiamo sperare? Chi ha sequestrato Denise, è stato qualcuno che l'ha presa miratamente. Non c'è stato nessun rom a sequestrare Denise, a venire sotto casa mia, questo sia ben chiaro. Sicuramente ci sono ancora molte ma molte cose non chiare", aveva detto Piera nell'intervista rilasciata a 'Chi l'ha visto?' il 17 novembre, prima dell'udienza del 23 che sarebbe dovuta essere decisiva.

Denise Pipitone, richiesta di archiviazione

È attesa a giorni la decisione della gip se archiviare o meno la nuova inchiesta su Anna Corona, mamma di Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise, processata e assolta in tutti i gradi di giudizio dall’accusa di concorso in sequestro di minore, e su Giuseppe Della Chiave, entrambi indagati per sequestro.

Lui è nipote di quel Battista Della Chiave, l'uomo sordomuto deceduto nel 2015, che avrebbe detto di averlo visto su uno scooter con la piccola Denise in braccio. Infine, Antonella Allegrini e Paolo Erba, sono indagati per false informazioni al pubblico ministero: questi ultimi hanno ammesso di aver mentito agli inquirenti.

Ovviamente, alla richiesta di archiviazione si sono opposti i genitori di Denise attraverso l'avvocato di famiglia, Giacomo Frazzitta, chiedendo un approfondimento su Anna Corona. In particolare su un'intercettazione dello scorso maggio di Anna Corona che parlando con la figlia Alice Pulizzi le dice: “Lo vuoi sapere chi fu quella volta? Io con Giuseppe”. Resta da capire a cosa si riferisca e chi sia questo Giuseppe.

Anna Corona, secondo un testimone, avrebbe anche detto: “A picciriddra morse”, cioè è morta, e “A Piera le si deve bruciare il cuore”. Nella puntata del 22 novembre di Ore 14, il direttore Affari Italiani Angelo Maria Perrino, ha riferito che secondo una fonte romana, la chiave di questo giallo starebbe tutta nelle intercettazioni che però non sarebbero rese pubbliche perché sarebbero compromettenti per alcuni personaggi noti, magistrati e politici.

Denise, presunto avvistamento in Marocco nel 2004

Quarto Grado ha raccolto la testimonianza di un uomo, Alberto Fraese D’Amato, che avrebbe visto Denise il 4 settembre 2004, 3 giorni dopo il suo rapimento a Mazara del Vallo. L'uomo era in vacanza in Marocco con due amici e l'avrebbe vista in un autogrill.

La bambina sarebbe stata in compagnia di una siciliana e di una marocchina, entrambe velate. Il presunto teste sarebbe andato nel suo albergo poco distante per prendere la macchina fotografica, ma al ritorno sul posto non ci sarebbe stato più nessuno. Avrebbe sporto denuncia subito dopo essere atterrato a Malpensa e con lui anche i suoi amici. Avrebbe fatto una seconda denuncia alla stazione di polizia di Gallarate nel 2019.