Continuano le ricerche di Sara Pedri, la ginecologa trentenne originaria di Forlì scomparsa lo scorso 4 marzo dalla provincia di Trento. La dottoressa era in servizio da qualche mese all'ospedale Santa Chiara e sarebbe stata vittima di mobbing. Le operazioni si stanno concentrando nel lago di Santa Giustina. Il caso di Cronaca Nera ha portato l'Ausl di Trento anche ad aprire un'indagine interna nel reparto di ginecologia ed ostetricia. Nelle scorse settimane, la locale Procura ha iscritto nel registro degli indagati l'ex primario Saverio Tateo e la sua vice Liliana Mereu per il reato di maltrattamenti.

Continuano le ricerche di Sara Pedri

Poco dopo la scomparsa di Sara Pedri la sua auto, una Volkswagen T-Roc di colore grigio (con all'interno ancora il suo telefono cellulare), è stata ritrovata parcheggiata in una piazzola a Mostizzolo - tra i comuni trentini di Cis e Cles, dove aveva affittato un appartamento - a due passi dal fiume Noce e dal lago di Santa Giustina. Le ricerche, che in realtà non si mai fermate completamente, sono riprese proprio dal principale bacino artificiale trentino. Il lavoro dei sub è stato sospeso a fine estate, ma i vigili del fuoco, tutte le settimane da ormai 8 mesi, solcano il lago a bordo di un gommone nella speranza di individuare il corpo della 32enne. L'ultima ispezione è stata condotta sabato 30 ottobre dal vigile del fuoco Giacomo Bresadola coadiuvato dall’istruttore di salvamento Gianmaria Fabbro.

La sorella della giovane, Emanuela, a proposito dell'eventuale ritrovamento del corpo ha puntualizzato: "So com’era vestita Sara quel giorno e la riconoscerei".

Sara Pedri forse vittima di mobbing

La famiglia di Sara Pedri, pur essendo grata ai vigili del fuoco e tutti coloro che si stanno interessando in maniera attiva al caso, ha avanzato al Commissario straordinario per le persone scomparse la richiesta di riattivazione di ricerche più accurate e approfondite anche mediante l’utilizzo dei cani molecolari.

Secondo i familiari, la scomparsa della 32enne potrebbe essere legata al mobbing subito in corsia. Il fidanzato e i genitori della dottoressa forlivese, infatti, avrebbero riferito che Sara sarebbe stata in più di un'occasione vessata e mortificata dall'allora primario Saverio Tateo e dalla sua vice Liliana Mereu. Un giorno sarebbe stata schiaffeggiata durante un intervento e allontanata dalla sala parto. I soprusi - confermati anche da diversi colleghi della donna - hanno portato Sara a consegnare, il 26 febbraio scorso, una lettera di dimissioni all'azienda sanitaria trentina.