Una storia di ricatti e relazioni extraconiugali si è consumata in uno dei palazzi del potere italiano più importanti, nello specifico nel centralino della Presidenza del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi. Protagonista della vicenda è un ex centralinista di 57 anni, che, all’epoca in cui era ancora in servizio presso la sede del presidente del Consiglio, avrebbe registrato un incontro notturno di una coppia di colleghi, che avrebbero consumato dei rapporti intimi sul posto di lavoro: con quei file audio l’uomo avrebbe ricattato i due, con l’obbiettivo di obbligarli a un trasferimento.

Nei giorni scorsi, il centralinista è stato condannato per aver commesso il reato di violenza privata dalla giudice Maria Giovanna Brunetti. La pena è stata di un anno e tre mesi. Le attenuanti generiche sono state escluse in considerazione del luogo, “una sede istituzionale di basilare importanza”, in cui sono state effettuate le registrazioni.

Il ricatto del centralinista con lo scopo di allontanare i due colleghi

Come rivela il Corriere della Sera, l’incontro clandestino a Palazzo Chigi tra i due colleghi, finito nella registrazione audio, sarebbe avvenuto durante un turno notturno del dicembre 2016. Il 19 gennaio dell’anno seguente il centralinista ha iniziato a minacciare la coppia, intimandoli a cambiare sede di lavoro.

Il ricatto in un caso è andato a segno, perché uno degli amanti avrebbe scelto di trasferirsi, pur di non essere scoperto dal coniuge. Tuttavia successivamente i due hanno deciso di denunciare le pressioni subite, causate forse dai continui dissidi con il collega per i turni e la distribuzione degli straordinari nell’ufficio in cui sono smistate le telefonate per la Presidenza del Consiglio.

Durante il processo l’imputato ha sostenuto di essersi mosso perché indignato dal comportamento della coppia, che avrebbe compromesso il servizio del centralino. Tuttavia, la giudice ha stabilito che il tipo di prestazioni svolte in orario notturno dai due, che avevano esclusivamente il compito di rispondere al telefono, avrebbe permesso loro di svolgere negli intervalli tra una chiamata e l’altra anche altre attività, comprese quelle “di carattere personale”, senza compromettere il loro lavoro.

L’ex centralinista ha spedito degli sms per ricattare la coppia di amanti

Nel corso del processo, la coppia – assistita dall’avvocatessa Alessandra Spina – ha ripercorso quei giorni da incubo: verso le 20,30 del 19 gennaio 2017 è arrivato a entrambi un sms anonimo di minaccia, proprio mentre si trovavano nella sala del centralino di Palazzo Chigi per il turno di notte. Nel messaggio si faceva riferimento al fatto che i partner ufficiali dei due non sapessero della loro relazione extraconiugale nata sul posto di lavoro. Un sms del 21 gennaio ha veicolato il ricatto, chiedendo l'abbandono volontario del posto di lavoro in cambio del silenzio.

Le indagini e la scoperta della registrazione a casa del centralinista

Il destinatario di questo secondo messaggio ha deciso di cedere al ricatto, non prima di avere avuto la prova dell’esistenza della registrazione, che gli è pervenuta il 25 gennaio in una busta contenente un cd con il file audio dell’incontro con l’amante: chiaramente qualcuno aveva registrato le effusioni della coppia con un dispositivo nascosto in quel luogo così riservato. Nei giorni successivi sono giunti altri messaggi con minacce: a quel punto i due hanno deciso di raccontare tutto a un loro superiore. Dopo che la coppia ha dato l’allarme, tutta l’area del centralino di Palazzo Chigi è stata sottoposta a una serie di controlli e bonifiche, che non hanno portato a nessun risultato: infatti non sono state rinvenute cimici o microspie.

Le indagini sono proseguite con una serie di perquisizioni nelle residenze di tutti i dipendenti dell’ufficio: finalmente il file audio è stato scoperto a casa del centralinista finito sotto processo.