Resta il mistero sulla vicenda di Fatima, la bambina di tre anni che nella serata di giovedì 13 gennaio è caduta da un balcone al quinto piano di un palazzo nel centro di Torino, in via Milano. Infatti la madre della piccola avrebbe cambiato la propria versione dei fatti, accusando il compagno di origini marocchine, Mohssine Azhar, di aver gettato volontariamente la bimba nel vuoto. Nelle ore successive al dramma la mamma di Fatima non aveva mostrato alcun rancore nei confronti dell’uomo, che si trovava con sua figlia sul balcone e che è finito in carcere con l’accusa di omicidio colposo, per aver compiuto una negligenza inaccettabile.

Invece, l’ultima volta in cui è stata ascoltata dagli inquirenti, la donna avrebbe rivelato di aver litigato con il compagno, che quindi quella sera avrebbe sfogato la sua rabbia contro la piccola: ora spetterà alle forze dell’ordine indagare su quanto raccontato.

Nelle ore successive alla tragedia la madre di Fatima aveva difeso il compagno

In realtà questa nuova versione dei fatti della donna striderebbe con il suo comportamento subito dopo la tragedia, mentre gli uomini del 118 erano impegnati a prestare i primi soccorsi a Fatima. Quella sera diverse persone presenti avrebbero notato la madre della bambina consolare il compagno che, disperato, si accusava di quanto accaduto. Subito dopo la piccola è stata trasferita all’ospedale Regina Margherita, dove è deceduta alcune ore dopo il ricovero, per le gravi lesioni riportate nella caduta.

La mamma di Fatima aveva ricostruito, davanti ai poliziotti della Squadra mobile, quei momenti concitati: la donna aveva lasciato aperta la porta del suo appartamento per fare uscire del fumo, permettendo così alla figlia di sgattaiolare fuori e recarsi nell’abitazione del compagno, situata al piano superiore, come era già accaduto altre volte.

La madre della vittima aveva anche aggiunto come la piccola amasse rimanere in compagnia di quell’uomo, che non era suo padre, ma che la faceva giocare spesso a “vola vola”, lanciandola verso l’alto e riprendendola. Inoltre aveva spiegato di non essere stata presente nel momento in cui la figlia è caduta nel vuoto dal quinto piano, ma di aver sentito le urla disperate e di averla poi vista sul selciato.

La versione dell’uomo accusato dalla mamma di Fatima

Il compagno della madre di Fatima è stato ascoltato dagli inquirenti venerdì 14. Durante l’interrogatorio in Procura ha saputo che la bambina non ce l’aveva fatta. Piangendo, avrebbe raccontato di essersi distratto, di non aver assistito al momento in cui era precipitata e quindi di non sapere cosa fosse realmente accaduto. Tuttavia, già in quell’occasione, l’uomo si sarebbe assunto tutte le responsabilità. Il giorno dopo, durante l’udienza di convalida, avrebbe cambiato versione, ammettendo di essere stato presente sul balcone con Fatima: i due stavano giocando al “vola vola” quando la piccola sarebbe scivolata dalle sue mani, precipitando.

Inoltre avrebbe aggiunto di aver fumato dell’hashish e bevuto qualche bicchiere di vodka quella sera, spiegando come la madre della bimba si fosse affacciata dal balcone della sua abitazione e li avesse visti, raccomandandosi con lui di riportarle la figlia a casa, dopo aver giocato un po’ con lei.

L’autopsia sui resti di Fatima potrà chiarire meglio la dinamica dei fatti

È attesa nelle prossime ore l’autopsia sui resti della piccola: gli inquirenti sperano di ottenere dagli esami del medico legale ulteriori chiarimenti su quanto accaduto. Inoltre gli esperti, analizzando il punto di caduta e la forza del lancio, potrebbero spiegare se Fatima sia stata lanciata volontariamente nel vuoto o se si sia trattato di un drammatico incidente.