Non ce l’ha fatta Fatima, la bimba di tre anni caduta nel vuoto dal quarto piano di un condominio nel centro di Torino, poco prima delle 22 di giovedì 13 gennaio. Trasportata d’urgenza in condizioni disperate all’ospedale Regina Margherita, la piccola è deceduta dopo alcune ore a causa delle gravi lesioni riportate dopo il volo di circa 12 metri. La bambina era stata sottoposta a un delicato intervento neurochirurgico, visto il trauma cranico subito, insieme alle numerose fratture e a un trauma toracico: tuttavia, nonostante gli sforzi dei medici, per lei non c’è stato nulla da fare.

Dopo un lungo interrogatorio, nel pomeriggio di venerdì 14, gli inquirenti hanno sottoposto a fermo Azar Mohssine, 32 anni, il compagno della madre della bimba: l’uomo, di origine marocchina, è accusato di aver provocato il decesso della piccola, con la formula giuridica del “dolo eventuale”. Proprio alcune ore prima della vicenda era stato condannato con il rito abbreviato a otto mesi di reclusione, per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

La ricostruzione degli attimi che hanno preceduto la caduta della bimba

Gli investigatori stanno cercando di chiarire cosa sia accaduto alla piccola Fatima: secondo la ricostruzione più probabile, la bimba sarebbe salita da sola per le scale fino all’appartamento del compagno della madre, approfittando di una porta che non era stata chiusa bene.

Come riportato da Fanpage, in quel momento nell’abitazione c’erano almeno altre due persone oltre al 32enne. Si sta cercando di capire cosa possa essere successo negli istanti successivi, anche se gli inquirenti sembrano scartare l’ipotesi di un delitto o che la bambina possa aver fatto tutto da sola. Sembra plausibile che Fatima fosse tra le braccia del fidanzato della mamma, che potrebbe essersi sporto in modo esagerato dalla ringhiera, forse per parlare con qualcuno, nel momemento in cui la bambina è precipitata nel vuoto, a quanto pare per una distrazione del patrigno.

A quanto pare Fatima indossava solo un pigiamino quando è volata sull'asfalto.

I primi soccorsi alla bimba precipitata dal quarto piano

La prima a dare l’allarme è stata una commerciante, titolare di un noto panificio torinese, che abita nello stesso palazzo di via Milano. Una volta accorsa nel cortile, la donna ha chiesto al 32enne cosa fosse successo: l’uomo, in evidente stato d shock, si è limitato a indicare con le mani il punto dal quale sarebbe precipitata la bimba: non sarebbe riuscito a dire nient’altro, forse perché ubriaco.

Oltre al personale del 118, sul luogo della tragedia sono giunte anche le forze dell’ordine, che hanno effettuato i primi rilievi, arrivando anche a sequestrare il filmato di una telecamera di sicurezza, in funzione al momento della caduta della piccola, che avrebbe in parte ripreso la scena.

L’interrogatorio al patrigno della bimba deceduta

Alessandro Sena, il legale dell’uomo fermato, ha spiegato al Corriere della Sera come il suo cliente non avesse esagerato con l’alcol. Secondo l’avvocato, che ha confermato la presenza di altre due persone nella casa al momento della tragedia, la piccola era abituata a salire da sola dal terzo piano fino all’abitazione del compagno della madre, situata al piano di sopra.

Il 32enne, che ha appreso del decesso di Fatima solo una volta arrivato in procura, si sarebbe dichiarato responsabile dell’accaduto, ammettendo di sentirsi in colpa perché non sarebbe stato attento. L’uomo, prima di essere trasferito in carcere, avrebbe aggiunto piangendo di essere disperato, perché quella bambina per lui era come una figlia e le voleva molto bene. Tuttavia, sono ancora tanti i punti da chiarire nell’inchiesta, coordinata dalla pm Valentina Sellaroli: il racconto dell’uomo fermato sarà messo a confronto nelle prossime ore con le altre testimonianze, con i risultati dell’autopsia e con i riscontri dei rilievi effettuati dalla polizia.