Il giallo di Trieste resta ancora irrisolto. L'autopsia sul corpo di Liliana Resinovich ha fornito alcune risposte, ma non ha sciolto il mistero su come sia morta la 63enne: ora si sa che la donna ha avuto uno scompenso cardiaco acuto, ma tale novità da sola non chiarisce come siano andati i fatti.

La donna, scomparsa dalla casa coniugale il 14 dicembre, è stata trovata morta in un boschetto del parco dell'ex ospedale psichiatrico San Giovanni il 5 gennaio. Tutta la vicenda ruota attorno a una domanda cruciale: se il marito 72enne, Sebastiano Visintin, sapesse del riavvicinamento di Liliana a un suo ex amore di 40 anni prima, da poco ritrovato, l'82enne Claudio Sterpin.

Il progetto della 63enne sarebbe stato di lasciare il marito e stare con Sterpin.

Trieste, decisivi gli esami tossicologici

Dopo l'autopsia eseguita ieri pomeriggio dai medici legali Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, gli interrogativi sono aumentati. Solo gli esami tossicologici, i cui risultati non arriveranno prima di 30 giorni, potranno chiarire come sia morta Liliana: se abbia ingerito sostanze in grado di provocare lo scompenso cardiaco. Nel nuovo comunicato diramato ieri sera, la Procura di Trieste ha specificato che il corpo della 63enne non presenta lividi, ecchimosi, traumi da lesioni tali da averne provocato il decesso. Gia la Tac eseguita lunedì non aveva rilevato segni di violenza sul corpo.

A meno che gli inquirenti non sappiano altro, ma per ragioni legate alle indagini non possano e non vogliano dirlo, a questo punto per la Procura restano aperte tanto l'ipotesi del suicidio che dell'omicidio. Tuttavia, se è possibile ipotizzare un soffocamento autoindotto con due sacchetti per congelare gli alimenti trovati in testa della 63enne, sarebbe inverosimile pensare a un autoccultamento del corpo all'interno di sacchi dell'immondizia del tipo condominiale che la coprivano.

La notizia diffusa ieri che sarebbe stato aperto un fascicolo per omicidio volontario contro ignoti, è stata smentita dal Procuratore capo, Antonio De Nicolo. L'indagine contro ignoti è per sequestro di persona e continua a non esserci nessuna persona iscritta nel registro degli indagati. Oggi è stato concesso il nulla osta per la sepoltura.

Il marito nomina un legale in quanto persona offesa

Ieri in Questura a Trieste, il riconoscimento fatto da Sebastiano ma anche dal fratello di Liliana attraverso alcune foto. "È un momento veramente troppo forte, ho visto le foto di Lilly, l'ho trovata senza espressione, aveva una macchia di sangue sul viso, l'ho riconosciuta subito, ho riconosciuto l'orologio che le avevo regalato un anno fa per la bicicletta. Mi hanno chiesto che farmaci usava, ho risposto che non li usava. Ho bisogno di sapere la verità, mi si spezza il cuore", le dichiarazioni del marito.

Come persona offesa, Visintin ha nominato un consulente. Finora molto loquace con la stampa, forse dopo aver consultato i suoi legali, ha assunto un atteggiamento diverso.

Ha detto che vuole essere lasciato in pace e non vuole parlare con i giornalisti. Certo è che la vicenda comincia dal momento in cui Lilly la mattina del 14 dicembre è uscita, sembrerebbe portando con sé solo le chiavi di casa che le sono state trovate addosso: come se qualcuno l'avesse chiamata e si fosse precipitata in strada senza prendere nulla.

La cugina di Liliana accusa Visintin

"Gli orari del 14 dicembre che ha raccontato a me sono diversi da quelli che ha raccontato in tv". Oggi nel corso della trasmissione Storie Italiane è stata trasmessa l'intervista a una cugina di Liliana che accusa pesantemente Sebastiano. La donna è andata a fare una deposizione spontanea alla polizia perché la versione che Visintin ha dato a lei di ciò che ha fatto il giorno della scomparsa della moglie, non coinciderebbe con quella riferita pubblicamente.

Un dato che l'ha insospettita. A lei avrebbe raccontato che fino alle 11 sarebbe andato in bicicletta senza fare menzione del giro per supermercati e pescherie a consegnare coltelli che affila lavorando in nero.

Ma di sospetti la donna ne nutre altri: "Mi ha detto che trovato dei soldi, un estratto conto con 100mila euro e che non pensava fossero così tanti. Tua moglie è scomparsa da due giorni, non apri l’armadio ma controlli i soldi?” Secondo la cugina, dipendeva economicamente dalla moglie. Lui ha sostenuto che con i lavoretti si sarebbe pagato tutto.

Infine, secondo questa parente, Liliana avrebbe accennato al marito, che ha sempre sostenuto di non essere a conoscenza della nuova relazione, qualcosa sul suo nuovo progetto di vita. "Mia cugina aveva un progetto di vita, il suo sbaglio è stato quello di dirglielo prima": le parole nette della donna che saranno analizzate dagli inquirenti.