Ora non ci sono più dubbi: il corpo ritrovato nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste, è di Liliana Resinovich. La 63enne ex dipendente della Regione, era scomparsa la mattina del 14 dicembre dalla casa di via del Verrocchio 2, a neanche un chilometro di distanza. In quell'abitazione viveva con il marito 72enne Sebastiano Visintin con cui era sposata da 32 anni. Ma sarebbe stata decisa a lasciarlo per l'82enne Claudio Sterpin, un amore di 40 anni prima da poco ritrovato.

Il marito: 'Mi hanno fatto vedere le foto, avrei voluto farle una carezza'

Oggi è stato il giorno della verità sia per i familiari che per gli inquirenti. Il riconoscimento che ha dato la certezza sull'identità del corpo è stato fatto dal fratello Sergio e dal marito di Lilly che però non si sono incontrati. Il fratello a cui Liliana era molto legata, fino all'ultimo ha sperato che non si trattasse di lei. L'uomo che non ha visto direttamente il corpo ma una foto, ha avuto un istantaneo moto doloroso. Il marito, arrivato alla Questura di Trieste dopo le 13, ha visto quattro foto e ha riconosciuto la moglie specie da alcuni oggetti che indossava: un orologio rosa che lui stesso le aveva regalato, un ciuffo di capelli, un giubbotto e le chiavi di casa.

"Avrei voluto farle una carezza, ma avevo solo le foto", ha detto Sebastiano Visintin che ha avuto una reazione di pianto. Ha dichiarato che ora deve capire cosa sia successo. "Non escludo il suicidio", ha aggiunto. "Nelle foto l'ho vista serena, riconoscibile dal suo ciuffo chiaro. Mi hanno solo chiesto se è lei, la cosa più brutta della mia vita", ha concluso.

Il dettaglio delle chiavi farebbe pensare che il giorno della scomparsa Liliana sia uscita, qualcuno l'abbia seguita e attirata in una trappola.

L'autopsia

Oggi è anche il giorno dell'autopsia eseguita nel pomeriggio dai medici legali Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli. Gli esiti chiariranno epoca della morte e cause del decesso non evidenziate dalla Tac svolta ieri.

La Tac ha però evidenziato l'assenza di segni di violenza sul corpo della vittima che potrebbe essere stata soffocata o stordita e avvelenata. In casa Visintin sono stati sequestrati medicinali in uso ai coniugi.

Potrebbe essere stata anche uccisa qualche giorno dopo la scomparsa. Il sospetto è che il corpo possa essere stato portato sul luogo del ritrovamento in un momento successivo alla morte. Era stata trovata il pomeriggio del 5 gennaio rannicchiata in due sacchi condominiali, intorno alla testa due sacchetti di plastica. Da subito, la Procura aveva parlato di "elevata probabilità” che potesse trattarsi della 63enne.

Trieste, dall' 'alibi perfetto' ai timori

Al momento non risultano esserci persone iscritte nel registro degli indagati, ma secondo indiscrezioni nell'inchiesta ci saranno a breve svolte decisive.

La Procura di Trieste ha aperto un fascicolo per omicidio: ipotizzare un sequestro di persona, ora non basta più. Prima di andare in Questura, Visintin ha trascorso la mattinata in casa con i legali, ha ritrattato alcune dichiarazioni precedenti sostenendo di non aver paura perché non ha nulla da nascondere. Per settimane è sempre apparso tranquillo e non si è mai sottratto alle domande.

Nell'infinità di interviste rilasciate agli inviati dei programmi televisivi, in un primo momento ha detto di avere "un alibi perfetto" e ha messo nero su bianco su un foglio i suoi movimenti il giorno della scomparsa. Poi però ha detto: "Sono sotto pressione, ho paura di non sapermi difendere, qui va a finire che metteranno dentro me".

Nelle sue ricostruzioni, sembrate a chi indaga in alcuni casi lacunose o troppo perfette, ci sono state incongruenze.

Il suo presunto rivale in amore, Sterpin, nelle ultime ore ha portato una rosa rossa sul luogo del ritrovamento del corpo di Liliana ed è apparso molto addolorato. Il 16 dicembre Lilly avrebbe comunicato a Sebastiano l'intenzione di lasciarlo. Tutto è avvenuto alla vigilia di una svolta epocale nella vita della donna. Forse aveva già preso e comunicato a Sebastiano la sua decisione? Intervistato oggi dalla trasmissione Ore 14 su Raidue, Visintin ha detto che sarebbero tutte congetture senza valore. Poi ha sostenuto di non avere pace, perché il suo corpo ribelle e tremante non lo lascerebbe riposare.

Ha aggiunto che deve trovare il perché di ciò che è accaduto e che in Questura ha chiesto scusa per non aver detto inizialmente "le cose giuste": non aveva riferito di affilare i coltelli in nero "per aiutare la famiglia", archiviato il lavoro di fotoreporter al Messaggero Veneto. "Ero sulle spalle di Lilly, finché non mi sono ripreso, ho fatto qualche lavoretto". Ha detto di essere cresciuto con lei e che Lilly lo ha aiutato tanto anche quando è morta sua figlia. "Eravamo felici, non so cosa possa essere successo".