A Polaveno, paese di 2440 abitanti alle porte di Brescia, nessuno sa spiegare perché sia accaduto un fatto che per poco non si è trasformato in tragedia. Si è salvata per miracolo la 22enne Nadia, accoltellata dai suoi due fratelli gemelli 17enni. L'episodio è avvenuto la notte tra venerdì 18 e sabato 19 febbraio, nella casa dove i tre figli vivono con i genitori.
Brescia, la ricostruzione dell'accaduto
Le tre di notte dello scorso venerdì: dormono tutti nella casa rossa a due piani nel quartiere Castello di Polaveno, tranquillo borgo tra la Valtrompia e il Lago di Iseo, quando all'improvviso accade l'impensabile.
Nadia è stata aggredita senza un perché nel suo letto dai due fratelli che la colpiscono più volte con un coltello da cucina e un'ascia. Quest'ultima sarebbe stata prelevata dal capanno degli attrezzi dell'abitazione. Le urla disumane della ragazza rompono il silenzio della notte e svegliano i genitori. I due ragazzi avrebbero smesso di colpirla solo di fronte alle grida della sorella che li avrebbe implorati di fermarsi.
Accorrono i genitori che scoprono ciò che è accaduto. Il papà assicura il primo soccorso alla figlia e chiama il 118 che le salva la vita. Nel frattempo, gli altri due figli rubano dal portafoglio dello stesso padre 200 euro e scappano: prima tra i vicoli del paese, poi per le campagne bresciane.
La fuga dura circa tre ore quando vengono trovati in località ponte Zanano: arrestati dai carabinieri, ammettono subito le proprie responsabilità. L'accusa nei loro confronti è di tentato omicidio aggravato dal vincolo di parentela e dai futili motivi.
Brescia, alla ricerca di un perché
La domanda fondamentale che si fanno gli abitanti di Polaveno, al pari degli inquirenti, è perché sia avvenuta la feroce aggressione.
Cosa abbia spinto due fratelli a infierire su una sorella fino quasi a ucciderla. Arrestati, avrebbero pianto per una notte intera, e nell'interrogatorio di garanzia si sarebbero mostrati pentiti. I genitori sconvolti dall'accaduto non vogliono essere avvicinati da giornalisti e telecamere. Proprio stamattina, i carabinieri hanno portato via dalla casa il borsone da calcio di uno dei due che potrebbe contenere elementi utili alle indagini.
I rilievi sono stati svolti dalla Sis, la Sezione investigativa scientifica dei carabinieri: ai Ris di Parma, specialisti delle scene del crimine, saranno inviati reperti da analizzare.
Per la pm della Procura di Brescia, Maria Cristina Bonomo, la posizione dei gemelli sarebbe aggravata dai futili motivi che li avrebbero spinti ad agire. Dietro al tentato omicidio, ci sarebbero stati banali episodi di vita domestica che avrebbero lasciato senza parole per primi gli inquirenti. Forse liti tra i gemelli e la sorella più grande, che dava ragione ai genitori, sullo scarso rendimento scolastico dei gemelli. Dei due, studenti in un istituto professionale, uno si sarebbe ritirato a inizio febbraio. Nadia li avrebbe rimproverati con atteggiamento quasi materno.
La pm ha secretato gli atti, a tutela dei due arrestati ancora minorenni.
In paese conosciuti come ragazzi vivaci
"Sono sotto choc, ci conosciamo tutti e la famiglia coinvolta è davvero composta da persone per bene", ha detto la sindaca di Polaveno, Valentina Boniotti. E come lei, è tutta la comunità a essere sconvolta. "Un nucleo normalissimo, gente per bene. Tutti incensurati", racconta la gente del paese. Per i compaesani, nella famiglia in apparenza regnavano pace e armonia. Papà operaio, mamma casalinga, i ragazzi erano da tutti conosciuti per essere vivaci, ma bravi. Dei gemelli finora si conoscevano l'amore per il calcio che praticavano assiduamente, e la frequentazione dell'oratorio.
Nadia, commessa in un negozio della zona, ora è fuori pericolo.
Ricoverata all'ospedale di Brescia è uscita dalla terapia intensiva dopo aver subito due interventi chirurgici, l'ultimo ieri, per le ferite riportate tra collo e orecchio, alla giugulare, a un fianco, a un braccio e alle gambe. Un intervento è servito per scongiurare il pericolo di lesioni permanenti ai tendini. Ieri, ha ricevuto la visita dei genitori e le sono stati recapitati tanti messaggi di solidarietà e auguri di pronta guarigione. Appena sarà possibile, sarà sentita dagli inquirenti. In ospedale è finito anche uno dei due fratelli che durante l'aggressione si è ferito a una mano per cause ancora da accertare. Per questo motivo, alla presenza dei legali, è stato interrogato da remoto dall'ospedale, l'altro invece dal carcere minorile di Firenze dove è già stato trasferito in attesa della convalida del fermo. I gemelli sono stati sentiti per due ore ciascuno. Le loro dichiarazioni sono ora al vaglio dei magistrati.