Si infittisce il mistero della morte di Liliana Resinovich che, mentre divide l'opinione pubblica, mobilita gli esperti. Sono ben tre i consulenti di parte chiamati ad accertare la verità dalla famiglia della 63enne, scomparsa a Trieste il 14 dicembre, trovata senza vita in più sacchi nel parco dell'ex ospedale psichiatrico cittadino. Ora si apprende che era senza la fede al dito: un nuovo dettaglio di non poco conto.
Dopo aver inviato un memoriale alla Procura in cui avrebbe espresso la convinzione che a uccidere Lilly sia stato un familiare per ragioni economiche, il fratello Sergio Resinovich ha revocato l'incarico al legale Luigi Fadalti.
Ha preferito affidarlo all'associazione Penelope, o meglio al suo presidente Nicodemo Gentile e all'avvocato Federica Obizzi. I nuovi legali della famiglia hanno incluso nella squadra di lavoro la genetista Marina Baldi, il medico legale Alberto Furlanetto, e la criminologa Gabriella Marano, esperta nell'autopsia psicologica.
Liliana Resinovich, attesa l'autopsia psicologica
Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Maddalena Chergia e condotte dalla Squadra Mobile di Trieste, andrebbero avanti tra non poche difficoltà: a oltre due mesi dalla scomparsa di Liliana, non c'è un indagato e ufficialmente restano in piedi entrambi le piste, sia quella del suicidio che dell'omicidio. "Si tratta di un caso molto complesso", ha ammesso il Questore di Trento, Irene Tittoni.
Intanto, sono pronti a entrare in azione i consulenti di parte: la psicologa forense Gabriella Marano si prepara a redigere un'autopsia psicologica della donna. La perizia post-mortem dovrà ricostruire lo stato mentale di Liliana prima del decesso, cosa stesse vivendo e in quali circostanze sia avvenuta la sua morte. Sarà analizzata la mole di documenti fin qui raccolti: fotografie e video di Lilly, molti dei quali divulgati dal marito Sebastiano Visintin, ex fotoreporter, le dichiarazioni rilasciate dai familiari e dai due uomini della sua vita, da una parte Visintin, dall’altra il cosiddetto 'amico speciale', Claudio Sterpin.
Quindi, le testimonianze raccolte fino al giorno della scomparsa della 63enne. Oltre all'autopsia psicologica, molto attesi sono i risultati sugli esami irripetibili svolti sugli oggetti trovati sul e accanto al corpo di Liliana, e sugli esami tossicologici.
Liliana Resinovich, la questione denaro
Secondo Sterpin, Liliana sarebbe stata uccisa per il suo 'tesoretto' di 50 mila euro.
L'82enne ha riferito che la 63enne avrebbe voluto iniziare una nuova vita con lui, ma senza lasciare il marito in difficoltà. Avrebbe messo da parte soldi per consentirgli di vivere da solo: "è pur sempre mio marito e lo aiuterò", gli avrebbe detto.
Ma le dichiarazioni di Sterpin sui progetti di vita con Lilly finora non hanno trovato riscontri. Sarà necessario recuperare i messaggi tra i due, visto che Lilly li cancellava.
A escludere un movente passionale, è stata da subito anche Silvia, la cugina di Lilly. Silvia ha parlato di una ragione economica dietro il delitto, senza escludere la possibilità che la 63enne, molto generosa, potesse aver prestato soldi, oltre che al fratello e al marito di cui finora si è parlato, a una terza persona ignota.
Il fratello della donna, ha rivelato che sono scomparsi codici bancari che Lilly avrebbe nascosto dietro a un quadro. Glieli avrebbe rivelati "perché non si sa mai", ma tornato in casa della sorella e del marito, sarebbero spariti.
Altro grosso segnale di stress nella coppia, dopo 33 anni di vita insieme, sarebbe rappresentato dal fatto che Lilly avrebbe nascosto al marito pure il suo conto bancario. La situazione tra loro sarebbe stata ben diversa dall'armonia apparente esibita da Sebastiano nelle tante foto scattate in cui i due appaiono identici nell'abbigliamento in stile tirolese o sportivo, e dove però Lilly non sorride quasi mai. A parlare del conto bancario di Lilly davanti alle telecamere è stato proprio Sebastiano che da un estratto conto della moglie avrebbe scoperto che aveva messo da parte 50mila euro.
L'ex dipendente della Regione Friuli, con una pensione di 1700 euro, sosteneva lei tutte le spese. Secondo Claudio, avrebbe voluto lasciare l'eredità all'amata nipote Veronica a cui aveva pagato l'università.
Liliana, ipotesi di Picozzi a Quarto Grado
"Mi sembra qualcosa che assomiglia a una scena del delitto di tipo erotico", questa l'ipotesi del criminologo Massimo Picozzi il 18 febbraio, nella puntata in diretta di Quarto Grado, su Rete 4. "Che sia un suicidio o un omicidio, ha elementi di ritualità quali i sacchetti e il cordino, che colpiscono per la stranezza e la bizzarria".