Il 18 marzo si è celebrata la Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid. Una ricorrenza istituita proprio lo scorso anno, che vuole rendere omaggio a tutti i morti a causa della pandemia da Coronavirus arrivata in Italia a inizio 2020.

Perché il 18 marzo per ricordare le vittime del Covid

La data non è stata scelta a caso, proprio il 18 marzo del 2020, infatti, l'Italia intera e il resto del mondo, restavano attoniti davanti alla televisione ad osservare in silenzio sgomento una lunga fila di mezzi dell'esercito che aiutavano a portare centinaia di bare verso il Cimitero Monumentale di Bergamo.

Quella sera iniziò l'Operazione Fidelium, atta a trasportare un totale di 957 feretri dalla città alle diverse sedi di cremazione nel resto dell'Italia. Anche per questo motivo in Lombardia, la regione italiana più colpita dal Coronavirus durante la prima ondata, il 18 marzo è un giorno impresso nella memoria collettiva.

Con la Giornata nazionale per le vittime del Covid si vuole mantenere il punto fermo nella storia del Paese, un momento da cristallizzare nella memoria per rendere omaggio non solo ai morti, ma anche alle loro famiglie, al personale ospedaliero che in quei mesi e in questi anni non si è mai fermato. Tutta Italia ha commemorato questa ricorrenza, partendo dalla Lombardia, la regione che durante la prima ondata è stata la più colpita in assoluto, contando la drammatica cifra di circa 39.000 morti.

La seconda Giornata nazionale in ricordo delle vittime del Covid-19 in Lombardia

In occasione di questa giornata il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato le vittime di Bergamo nel suo discorso spiegando come quell'immagine così forte dei mezzi militari in coda per le strade della città sia rimasta nel cuore di tutti i cittadini, affermando che in questa giornata l'inchino era per tutti i morti.

Particolarmente toccante anche l'intervento di Letizia Moratti, vicepresidente e assessore regionale al Welfare, in un videomessaggio dove, con tono ottimistico ha voluto sottolineare quanto la giornata del 18 marzo rappresenti una nuova stagione iniziata attraverso il cammino della speranza. Una marcia contro il Covid le cui armi fondamentali sono state i vaccini, ambito nel quale la Lombardia ha raggiunto risultati eccezionali.

Il Presidente della Regione Attilio Fontana ha inoltre annunciato la chiusura della terapia intensiva del Padiglione Rossini presso l'Ospedale Niguarda dopo 618 giorni di attività.

Bergamo ricorda i morti

A Bergamo, nella stessa giornata del 18 marzo, è intervenuto il Presidente della Camera Roberto Fico, il quale ha spiegato che ognuno, in questa battaglia, ha fatto la propria parte partendo dai sanitari, soprattutto per proteggere i più deboli.

Commosso il ricordo del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, letto dal vicesindaco Sergio Gandi (perché Gori è positivo al Covid e quindi in isolamento), il quale ha affermato: "L'impegno profuso nella campagna vaccinale, accompagnato dall'adesione responsabile della grande maggioranza dei cittadini, ha fatto sì che i nostri genitori, i nostri nonni, potessero finalmente sentirsi al riparo, non più spaventati come si erano a lungo sentiti nei mesi terribili del 2020".