La Corte d'Assise di Sassari ha condannato all'ergastolo oggi, 15 marzo, Francesco Baingio Douglas Fadda. Il 46enne è stato ritenuto responsabile dell'omicidio dell'ex compagna, la 41enne di origine ceca Zdenka Krejcikova. La donna morì a seguito di una coltellata infertale da Fadda il 15 febbraio 2020.
Sassari, la sentenza
Si è concluso il processo di primo grado a carico di Francesco Baingio Douglas Fadda. L'imputato è stato riconosciuto colpevole di tutti i capi di imputazione dalla Corte d'Assise di Sassari, presieduta dal giudice Massimo Zaniboni, a latere Gian Paolo Piana.
La sentenza, prevista per l'8 febbraio, è slittata a oggi perché l'imputato, detenuto nel carcere sassarese di Bancali, era risultato positivo al Covid. Il verdetto è arrivato nel primo pomeriggio dopo quattro ore di camera di consiglio. L'udienza di oggi si era aperta con la requisitoria del pm, Paolo Piras, che aveva chiesto la condanna all'ergastolo ritenendo l'imputato responsabile di omicidio volontario aggravato da premeditazione, ma anche di resistenza, tortura, porto abusivo di coltello e sequestro di persona nei confronti delle due gemelline, figlie dell'ex compagna. La richiesta dell'ergastolo da parte dell'accusa, accolta dalla Corte, è stata condivisa dai legali di parte civile, l'avvocato Teresa Pes per la madre della vittima, e l'avvocato Pietro Diaz per le nipoti, oggi 13enni.
Fadda è stato condannato anche a pagare una provvisionale di 600mila euro e all'isolamento diurno per un anno.
La difesa ha chiesto il proscioglimento dell'assistito perché ritenuto innocente. Per l'avvocato Lorenzo Galisai sarebbero molte le contraddizioni emerse nelle prove testimoniali. Il difensore ha preannunciato il ricorso in appello non appena verranno depositate le motivazioni della sentenza.
L'imputato ha abbandonato l'aula prima della lettura del dispositivo e ha appreso il verdetto dal carcere. Fuori dal Tribunale di Sassari dalle 9 e 30 di oggi c'è stato un sit in organizzato da una piccola rappresentanza di associazioni femministe, per chiedere giustizia per Zdenka e per tutte le donne vittime di femminicidio.
Sassari, la versione del condannato
Sono trascorsi due anni dalla morte dell'ex compagna. Durante tutto il processo, Fadda ha sempre proclamato la sua innocenza. Nel corso delle precedenti udienze, l'imputato ha rilasciato dichiarazioni spontanee in cui ha riferito la sua versione dei fatti ritenuta dalla Corte non plausibile perché smentita da prove dirette. Secondo l'imputato, la sua compagna sarebbe entrata nel bar dove fu uccisa con un coltello in mano e, scivolando, si sarebbe ferita da sola. Sarebbe stata casomai lei ad aver tentato di ferirlo. Ben altra la ricostruzione processuale di quel che accade il 15 febbraio 2020. Nel pomeriggio, l'uomo si presentò a Sorso, comune in provincia di Sassari, nella casa dove la donna viveva con le figlie, malgrado avesse il divieto di avvicinamento.
Zdenka Krejcikova andò a rifugiarsi con le bambine nel bar sotto casa. Ma l'uomo, indifferente alla presenza di più testimoni come delle minori, la raggiunse e la colpì al petto con un coltello da cucina. "Nessuno riuscì a fermarlo, eravamo paralizzati dalla paura“, ha dichiarato uno dei testimoni oculari.
Poi la caricò a bordo della sua auto insieme alle figlie di lei, per andare nel comune di Ossi, distante una ventina di chilometri. A quel punto, l'abbandonò agonizzante in casa di un amico che però era assente, tant'è che per entrare sfondò il portone. Poi scappò. La vittima fu soccorsa e portata in ambulanza all'ospedale, ma non fu possibile salvarla. La mattina successiva, Fadda fu scovato dai carabinieri a Sassari a bordo della sua auto nel parcheggio di un centro commerciale con le figlie della donna uccisa.
Femminicidio di Sorso, una morte annunciata
Come tanti altri femminicidi, la morte di Zdenka era stata annunciata da una escalation di molestie. La donna era arrivata in Sardegna anni prima con il sogno di aprire un centro estetico. Poi aveva incontrato Fadda iniziando con lui una relazione. Dopo aver sopportato a lungo insulti, minacce e botte, anche per fare da scudo alle sue bambine, aveva deciso di lasciarlo. Eccetto ripensamenti. Un giorno prima del delitto aveva difeso e perdonato il suo ex davanti al giudice di Sassari in occasione di un'udienza del processo per maltrattamenti. "Non posso fare a meno di te”: lui le avrebbe detto, supplicandola di tornare insieme. Lei aveva accettato di vederlo il giorno che l'ha uccisa.
Soprannominato Big Jim per il fisico palestrato, Fadda aveva precedenti denunce ed era spavaldo. "Le donne le preferisco dell’Est. Loro non creano problemi e io le tratto come mi pare”, avrebbe detto.