Un dosso avrebbe fatto "da trampolino" alla moto di Leonardo Lemma, il 19enne morto giovedì 7 aprile su Corso Francia, trafficata arteria che collega i quartieri Parioli e Tor di Quinto, a Roma. Un testimone avrebbe visto la due ruote sbandare e lo studente universitario cadere rovinosamente a terra. Le sue parole sono state messe a verbale. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, al momento a carico di ignoti. Sulla stessa strada, nel dicembre 2020, persero la vita, travolte da un'auto guidata da Pietro Genovese, due amiche sedicenni di "Leo", Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli.

La moto di Leo avrebbe sbandato su un dosso killer

Leonardo Lemma, residente a Prima Porta, intorno alle 18:30 di giovedì 7 aprile stava raggiungendo zona Ponte Milvio a bordo della sua motocicletta, una KTM Duke. Per cause ancora in fase di accertamento, all'altezza di Corso Francia ha perso il controllo del mezzo ed è caduto a terra. L'impatto è stato violentissimo e il 19enne è deceduto prima dell'arrivo dei soccorritori.

Un testimone ha riferito di aver visto la moto sbandare su un dosso e lo studente volare a 50 metri di distanza. Il "dosso killer" sarebbe stato causato da una voragine del manto stradale segnalata dai residenti già domenica 27 marzo. Il dosso, come hanno spiegato anche i legali dei genitori di Leonardo, gli avvocati Antonio De Fazi e Massimiliano Capuzzi, avrebbe fatto da trampolino alla due ruote.

"Alcuni abitanti del quartiere - hanno aggiunto - raccontano che diverse persone hanno rischiato di cadere proprio lì, e ci sono tre diversi punti d'impatto a distanza di 20 metri l'uno dall'altro".

Gli inquirenti, tuttavia, come riportato da RomaToday, in base ai primi rilievi non correlerebbero la caduta al dosso. Le indagini, però, sono tutt'ora in corso e le immagini registrate da alcune videocamere di sicurezza della zona potrebbero fornire nuovi elementi utili.

I lavori dopo l'incidente di Leo

La notte dopo l'incidente in moto di Leonardo, da quanto emerso, il tratto di strada, già oggetto nei giorni precedenti di un veloce rattoppo (ma non segnalato), è stata riasfaltato. "L'intervento di spianamento - hanno puntualizzato i legali della famiglia Lemma - è stato fatto, guarda caso, proprio subito dopo l'incidente.

Un intervento che, sia chiaro, comunque si doveva fare al fine di evitare altre vittime. Il dissesto - hanno concluso - è stato ripristinato immediatamente e dobbiamo chiederci perché tutto questo è avvenuto solo dopo l'incidente mortale in moto, quando il pericolo era lì ormai da giorni".

I genitori di Leo, nelle scorse ore, sono tornati, accompagnati dai loro avvocati e dai consulenti tecnici da loro nominati, sul luogo dell'incidente. "La strada - hanno dichiarato - doveva essere sequestrata, effettuare adesso i rilievi è complicato". La Procura sta indagando per il reato di omicidio stradale e, da quanto si apprende, il pm Attilio Pisani considererebbe "elementi cruciali" non solo l'asfalto sconnesso, ma anche la velocità della moto di Leonardo.