Un’azienda agricola in provincia di Bologna, stando a quanto sostiene la società, è stata costretta a buttare via oltre 15 quintali di ciliegie, pronte per la raccolta: il motivo sarebbe l'impossibilità a reperire la manodopera necessaria per i lavori in campagna. A denunciarlo è Andrea Cavani, produttore di frutta di Bazzano, nel comune di Valsamoggia, associato a Confagricoltura Bologna. L’imprenditore agricolo ha raccontato di come, nel momento in cui le ciliegie sono giunte a maturazione, non sia riuscito a reperire il personale necessario per completare le operazioni nei giusti tempi ma non ha, al momento, diffuso i contratti di lavoro e la retribuzione proposta.

Diventa sempre più difficile trovare manodopera per raccogliere le ciliegie

Per Andrea Cavani siamo ormai vicini a un punto di non ritorno per quanto riguarda il reperimento dei lavoratori nell’agricoltura. Si tratta di un problema che fino a qualche anno fa era poco rilevante, mentre adesso rischia di creare problemi alle imprese del settore, perché le minori quantità di frutta raccolta fanno ridurre i margini di guadagno per le aziende agricole. Per le associazioni di categoria sono diverse le cause di questo fenomeno: la pandemia ha reso più complicati gli spostamenti della manodopera straniera, già provata dalle difficoltà burocratiche sorte con il decreto Flussi 2021, mentre altri settori – come l’edile e la logistica – hanno fatto segnare un record di assunzioni, togliendo lavoratori alle campagne per la raccolta delle ciliegie.

I possibili rimedi per evitare che si ripetano casi simili a quello delle ciliegie non raccolte

Confagricoltura sta studiando dei possibili rimedi per arginare il fenomeno: infatti questa situazione, oltre a generare problemi in tutta la filiera produttiva, sta arrecando danni anche agli stessi consumatori, che si ritrovano con un deciso aumento dei prezzi della frutta.

Questo per una semplice legge economica: quando il prodotto che arriva sul mercato è inferiore a quello atteso, il suo costo tende ad aumentare, andando a impattare sulle tasche dei cittadini, già alle prese con numerosi rincari. Per Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna, in attesa che si arrivi alla meccanizzazione del processo di raccolta, bisognerebbe invogliare i giovani con campagne apposite, magari favorendo l’alternanza tra studio e lavoro nel periodo estivo.

Inoltre sarebbe necessario collaborare con le varie istituzioni per spiegare a chi utilizza ammortizzatori sociali come la Naspi (la Nuova assicurazione sociale per l’impiego, un’indennità mensile di disoccupazione erogata su domanda dell’interessato), come sia possibile svolgere certi lavori stagionali ottenendo solamente una temporanea sospensione degli aiuti economici per il periodo d’impiego. In molti, non conoscendo queste procedure, rinunciano a lavorare temendo di perdere le indennità.

Dopo le ciliegie si teme per la raccolta per le pere

Le imprese agricole del Bolognese, dopo quella delle ciliegie, stanno per cominciare la raccolta delle pere. Andrea Cavani spiega come la sua azienda stia cercando da settimane di trovare tutto il personale necessario, per evitare di gettare via i frutti: sarebbe un grave danno considerando gli alti costi di produzione in quest’annata segnata da una forte siccità.

L'azienda ha inoltre chiarito di rispettare tutte le normative previste per le assunzioni dei lavoratori stagionali: secondo il contratto nazionale, la paga per questo lavoro è di 8,67 euro all’ora per otto ore al giorno, che scendono a solo sei ore nel caso della raccolta delle pere.