È stato notificato dalla procura di Varese, nella giornata del 12 luglio, il suicidio nel carcere di San Vittore a Milano di Davide Paitoni, l'uomo di 40 anni che, a inizio anno, ha ucciso il figlio a Morazzone, un piccolo paese in provincia di Varese. Immediato è stato il coinvolgimento del pm di turno di Milano, Stefano Ammendola che, con l'apertura di un nuovo fascicolo per questi casi particolari, ha predisposto gli accertamenti, il sequestro della cella e degli effetti personali

Qualche giorno fa il giudice ha negato all'uomo la perizia psichiatrica, proprio le modalità con cui ha commesso il reato erano talmente chiare da non rendere necessario l'esame psichiatrico.

Il 6 luglio scorso è stata notificata la conclusione delle indagini e il 13 luglio sarebbe dovuta esserci la discussione con rito abbreviato, per tentato omicidio di un collega di lavoro.

I precedenti

Il 26 novembre scorso ad Azzate, un comune in provincia di Varese, Paitoni, al culmine di una lite, Davide Paitoniha colpisce un collega, presso la ditta in cui lavorava, con un cutter per usi industriali, portando l'uomo agli arresti domiciliari.

Il primo gennaio di quest'anno invece, Davide ha ucciso il figlio, un bambino di sette anni: il corpo è stato ritrovato sgozzato e nascosto in un armadio. Sul corpo è stato ritrovato anche un biglietto dove Paitoni ha indirizzato un messaggio al padre ("mi dispiace, perdonami") e in più ha spiegato le motivazioni e le intenzioni del suo gesto.

Il bambino quella sera si trovava con il padre agli arresti domiciliari (non viveva con lui), per trascorrere una serata di festa: una tragedia che ha fatto scoppiare tante polemiche, in quanto l'uomo aveva a carico anche delle denunce per maltrattamento.

Dopo aver ucciso il figlio, Paitoni si è diretto verso la sua ex moglie con l'obiettivo di aggredirla, pugnalandola con diversi fendenti al viso, al torace e alla schiena.

Sopo la fuga, l'uomo è stato bloccato e arrestato dai carabinieri il giorno seguente. La moglie di Paitoni aveva già presentato due denunce per maltrattamenti ed era in corso una terza segnalazione, notificata dalla procura di Varese presentata dai nonni materni del bambino, per aggressioni verso di loro a causa della decisione della moglie di separarsi.

Ad autorizzare le visite del padre verso il figlio è stato il Gip del tribunale di Varese, senza particolari prescrizioni, malgrado le denunce a suo carico.