Si sono svolti alle ore di 15 di ieri, venerdì 29 luglio, nella chiesa di San Pietro e Paolo a San Giuliano Milanese, i funerali di Diana Pifferi, la bimba di 18 mesi abbandonata in casa dalla madre per sei giorni e morta di stenti. All'ingresso la bara della bambina è stata accolta da un lungo applauso dai tanti presenti, oltre 150, dove in molti hanno accompagnato il corteo funebre e depositato peluche e palloncini bianchi.
"Diana, la mia Diana" non riesce a trattenere il dolore la nonna della bambina insieme alla zia in un pianto disperato davanti uno striscione che recita: "Volerò sulle ali del mondo nel cielo infinito.
Resterò per sempre bambina, piccola Diana".
Presenti ai primi banchi della chiesa anche i sindaci di San Giuliano, Marco Segala, e San Donato Milanese, Francesco Squeri, presenti alla cerimonia funebre, insieme al sindaco di Milano, Beppe Sala, che hanno aiutato la famiglia nell'organizzare il funerale della piccola Diana.
L'omelia di Don Luca Violoni
È stato Don Luca Violoni, parroco di San Giuliano Milanese, a celebrare la cerimonia. "Viviamo un senso di profonda impotenza", ha ripetuto il parroco alla chiesa gremita di gente durante l'omelia.
Poi ha citato le parole del sociologo Bauman che definì la società come gassosa, in cui l'essere umano si squaglia su sé stesso fino ad autodistruggersi.
È intervenuto durante la cerimonia anche monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, con un messaggio verso la comunità: "Non comprendiamo come sia potuto succedere l’abbandono di una bambina fino all’esito tragico della morte di stenti. Abitare in città dovrebbe significare far parte di una comunità".
Importanti gli accertamenti delle prossime settimane
Dall'autopsia, l'unica certezza emersa è quella che la morte della bambina è stata causata da stenti e fame. Decisive saranno le prossime ore, con le analisi della polizia scientifica, per capire ulteriori dettagli che hanno portato alla morte della bambina e che potrebbero portare all'aggiunta del reato di premeditazione nei confronti della madre, Alessia Pifferi, detenuta presso il carcere di San Vittore in regime di sorveglianza speciale per evitare gesti autolesionistici o tentativi di suicidio.
Per il momento non è stata prevista la perizia psichiatrica ai danni della madre e presto potrebbe arrivare la richiesta di processo con rito immediato per omicidio volontario pluriaggravato con la pena massima dell'ergastolo.
Intanto oggi, sabato 30 luglio, sono stati anticipati gli accertamenti sul biberon, sulla boccetta di En e altri materiali utilizzati dalla madre; le operazioni sono coordinate dal pm Francesco De Tommasi.