Dopo circa dieci ore di Camera di Consiglio sono stati tutti assolti gli imputati del processo Mollicone: l'accusa era di omicidio volontario. Insufficienza di prove, secondo i giudici: sono liberi quindi Franco Mottola, ex maresciallo dei Carabinieri di Arce, la moglie e il figlio Marco, principale sospettato dell'omicidio, ma anche Vincenzo Quatrale, all'epoca vice-maresciallo accusato di concorso esterno in omicidio e Francesco Suprano, appuntato dei carabinieri accusato di favoreggiamento.
Dopo la lettura della sentenza, è scoppiato il caos a causa della folla inferocita, mentre i Mottola, scortati dalle forze dell'ordine, hanno lasciato l'aula tra le urla della gente, rifugiandosi all'interno di un bar.
"Assassini", "Vergona" sono state le parole più utilizzate nei corridoi dell'aula dai presenti.
In aula anche i genitori di Marco Vannini, il ragazzo di 21 anni di Ladispoli, ferito mortalmente con un colpo di un'arma da fuoco a casa della famiglia Ciontoli nel 2015.
Il delitto di Arce, gli eventi e gli indagati
Nel giugno 2001, Arce, un piccolo paesino in provincia di Frosinone, venne sconvolto dalla scomparsa di una giovane ragazza del posto, Serena Mollicone, trovata poi senza vita a distanza di un paio di giorni in un boschetto a 8 km da Arce. Il corpo era adagiato in posizione supina, coperto da rami e foglie, nascosto in un contenitore metallico; la testa presentava una ferita poco sotto l'occhio sinistro ed era avvolta in un sacchetto di plastica, mani e piedi legati da un filo di ferro.
Nel 2002 venne iscritto al registro degli indagati Carmine Belli, un carrozziere della zona, che a seconda del contenuto di un biglietto, doveva incontrarsi con la ragazza la mattina della scomparsa: due anni più tardi le accuse contro Belli decadono e il carrozziere venne prosciolto da ogni accusa.
Nel 2008, il corpo del carabiniere di Arce Santino Tuzi venne ritrovato in macchina senza vita (a causa di un presunto suicidio): pochi giorni prima del ritrovamento, il carabiniere aveva dichiarato agli inquirenti che la mattina del 1° giugno 2001, una ragazza, probabilmente compatibile con la descrizione di Serena, entrò nella caserma di Arce senza mai uscire.
Nel 2011 vennero iscritti al registro degli indagati l'ex maresciallo Franco Mottola, suo figlio Marco e la moglie con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Nel 2022 i carabinieri del Ris, in una relazione alla procura, hanno rivelato l'esistenza di 139 tracce compatibili con il legno della porta contro cui Serena Mollicone avrebbe sbattuto il capo.