Continuano le indagini volte a far chiarezza sulla morte, improvvisa, di Nicolò F., due anni da compiere. Alla luce degli ultimi accertamenti, gli investigatori che si stanno occupando del caso di cronaca nera, sembrano escludere che il bimbo, residente con i genitori a Codissago di Longarone (Belluno), possa essere stato ucciso da un boccone avvelenato ingerito accidentalmente nell'area verde sotto casa. Il padre, Diego Feltrin (41 anni), aveva riferito che il figlio aveva iniziato a star male al ritorno dal parco.

Nicolò potrebbe aver ingerito qualche sostanza tossica in casa

Nicolò è morto giovedì 28 luglio dopo una mattinata trascorsa con il papà nell'area ricreativa Sydney, a due passi dalla loro abitazione. L'uomo, ai sanitari prima e agli investigatori dopo, aveva raccontato che il bimbo mentre giocava si era messo qualcosa in bocca e, per questo, temeva che avesse ingerito qualche sostanza tossica. Tuttavia, gli accertamenti effettuati al parco e l'analisi della scansione temporale, avrebbero indotto gli inquirenti a escludere la possibilità che il piccolo abbia "mangiato" un boccone avvelenato per topi.

Al momento, le indagini si starebbero concentrando nell'ambiente domestico. Su disposizione della magistratura è stata perquisita l'abitazione di via 2 Giugno della famiglia Feltrin.

Al momento, nell'appartamento non sarebbero state trovate tracce di droghe pesanti. Solo con il riscontro scientifico, però, si potrà escludere l'eventuale assunzione di una sostanza stupefacente leggera o di altre sostanze potenzialmente letali (come farmaci o detersivi).

Il papà di Nicolò accusato di omessa sorveglianza

Il pm della Procura di Belluno, Simone Marcon, sta cercando di far luce sulla morte improvvisa di Nicolò.

Nei giorni scorsi ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e ha iscritto nel registro degli indagati il papà Diego, boscaiolo 41enne. L'accusa nei suoi confronti è di omessa sorveglianza. L'uomo, giovedì, aveva in custodia il figlio e, involontariamente potrebbe averne causato la morte, magari lasciando qualche sostanza pericolosa alla sua portata.

Tuttavia, è bene sottolineare che l'apertura del fascicolo è un atto dovuto e necessario per disporre ed eseguire tutti quegli accertamenti necessari - come l'autopsia e i test tossicologici - che potrebbero anche escludere in maniera categorica una responsabilità del padre. Diego, che nel primo pomeriggio di giovedì ha accompagnato il bambino all'ospedale di Pieve di Cadore dove è deceduto poche ore dopo il ricovero, si è detto incredulo per l'avviso di garanzia ricevuto. "In un momento tanto doloroso - si è sfogato con i suoi cari - devo anche difendermi da accuse così infamanti".