"Su quello che è accaduto ho solo supposizioni, forse c'è qualcuno che sta nascondendo qualcosa". A parlare così a un'agenzia è Sebastiano Visentin, marito 72enne di Lililana Resinovich, 63 anni. L'uomo, fotografo in pensione, fa fatica ad accettare l'idea che la moglie, ex dipendente della Regione Friuli Venezia Giulia, si sia tolta la vita. Tuttavia, per i periti incaricati dalla procura di Trieste, il caso di Cronaca Nera sarebbe chiuso: la donna si sarebbe suicidata e sarebbe morta per asfissia. Più precisamente, avrebbe inalato anidride carbonica dai due sacchetti di plastica che si era infilata in testa.

I dubbi del marito di Liliana

Liliana Resinovich è scomparsa da Trieste martedì 14 dicembre. Alcune settimane più tardi, il 5 gennaio, è stata rinvenuta senza vita in un boschetto nei pressi dell'ex ospedale psichiatrico del rione "San Giovanni". Secondo la relazione dei medici legali anticipata nei giorni scorsi alla procura si sarebbe uccisa il 3 o il 4 gennaio. Questa ricostruzione, però, sembrerebbe non convincere Sebastiano.

"Credo - ha spiegato l'uomo - che abbiano preso un abbaglio e che sia morta poche ore dopo la scomparsa". Poi ha aggiunto che, con l'aiuto del suo consulente, il medico legale Raffaele Barisani, può dimostrare questa tesi. "È impensabile - ha aggiunto - che abbia vagato per due settimane con gli stessi vestiti e senza nutrirsi".

Stando a quanto riscontrato durante l'autopsia, infatti, nello stomaco di Liliana c'erano ancora i resti dell'ultima colazione".

L'ex fotografo non è neppure convinto che la moglie possa essersi tolta la vita. "La pensione e il lockdown - ha poi ammesso - avevano forse spento un po' il suo sorriso, tuttavia il suicidio è difficile da accettare.

A maggior ragione lo è dopo 33 passati anni insieme". Poi ha aggiunto: "Volevamo andare in Brasile, c'eravamo anche informati sui documenti necessari e sui prezzi del volo".

Secondo il marito di Liliana Resinovich qualcuno potrebbe nascondere qualcosa

Subito dopo la scomparsa di Liliana Resinovich, la procura, come da protocollo, aveva aperto un fascicolo per "sequestro di persona".

L'ipotesi di reato non è mai stata modificata, neppure dopo il ritrovamento del corpo, e nessun nome è mai stato iscritto sul registro degli indagati.

Tuttavia, in questi mesi, diverse ombre hanno offuscato l'immagine di Sebastiano Visentin. "Non ho niente da nascondere - ha dichiarato il 72enne - non avrei mai potuto farle del male. Su quello che le è accaduto ho solamente delle supposizioni, ma forse c'è qualcuno che sta nascondendo qualcosa". Il marito di Liliana non ha fatto nomi o lanciato accuse dirette, tuttavia, dietro quelle parole potrebbe esserci l'ennesimo attacco a Claudio Sterpin, caro amico della 63enne. L'uomo, in questi mesi, ha più volte insinuato che tra Liliana ed il marito ci fossero dei problemi e che lei meditasse di lasciarlo.

Visentin, sempre alla stessa agenzia, ha anche piegato di aver provato a leggere la relazione redatta dai periti, ma di non essere riuscito ad andare avanti dopo aver visto alcune immagini. "Mi dispiace che Liliana non si sia confidata con me - ha puntualizzato - pensare al suo dolore, ed a lei che arriva a prendere questa decisione mi fa male". Poi ha aggiunto di aver ripercorso con la mente i giorni precedenti alla scomparsa della moglie per capire se, magari, aveva trascurato alcuni segnali. "Ripasso quell'ultima mattina - ha sottolineato - ma niente: tra di noi tutto andava tutto bene, io mi sentivo tranquillissimo e invece il 14 dicembre 2021 la mia vita è cambiata".