Un'indagine dei Carabinieri della compagnia di Randazzo (Catania), con l’aiuto del reparto operativo dei “Cacciatori di Sicilia”, ha portato all’arresto di un uomo di 64 anni originario di Bronte che coltivava 35 piantine di cannabis presso un appezzamento di terreno sito in Contrada Musa, nelle campagne di Maletto, località in provincia di Catania.

Maletto: scoperta dai Carabinieri di Randazzo (CT) una piantagione di cannabis

L’indagine sarebbe partita da alcune segnalazioni di alcuni soggetti, i quali sostenevano che presso il luogo indicato si svolgevano alcune attività illecite da parte dell’arrestato.

I militari hanno iniziato così a perlustrare la zona interessata palmo a palmo fino a intercettare il sito preciso in cui era presente una vera e propria piantagione di canapa indiana.

Il terreno interessato, in contrada Musa, presso il comune di Maletto, è di proprietà del nonno oramai defunto del fermato. Nonostante le piante fossero alte circa 3,5 metri, l’individuazione dell’appezzamento di terreno si è resa abbastanza difficile in quanto ben mimetizzata dalla fitta vegetazione agreste presente dei luoghi interessati.

Le indagini e la dinamica del fermo

Protagonisti della scoperta sono stati i Carabinieri della Compagnia di Randazzo in collaborazione con i colleghi della squadra mobile dei “Cacciatori di Sicilia”.

I militari dell’Arma – secondo quanto raccontato dagli stessi – sin dalle prime ore dell’alba si sono appostati tra la spessa vegetazione, aspettando l’arrivo dell’indiziato. Alle ore 9 di mattina il 64enne si è fatto strada lungo un sentiero ‘nascosto’ e ostruito da una fitta sterpaglia collocata dall’arrestato all’occorrenza.

A questo punto scatta l’operazione e viene arrestato l’uomo in flagranza di reato.

I Carabinieri gli hanno subito contestato la coltivazione illegale di ben 35 piante di 'cannabis indica'. Nell’appezzamento di terreno sono stati trovati anche dei fertilizzanti, un recinto per evitare che gli animali al pascolo potessero cibarsi della coltura, oltre a un impianto di irrigazione con le tubazioni occultate sottoterra e con una serie di massi tra loro accatastati.

L’autorità giudiziaria, durante l’udienza di convalida, ha disposto gli arresti domiciliari per il 64enne. L'uomo, secondo quanto si apprende in queste ore, risulta titolare e percettore del reddito di cittadinanza.