Il Tribunale di Genova ha dato il via libera al Comitato ricordo vittime del Morandi per costituirsi parte civile nel processo che coinvolge 59 imputati, che nei prossimi mesi dovranno rispondere del crollo del viadotto Polcevera, avvenuto il 14 agosto 2018 e che quattro anni fa ha ucciso 43 persone. Tale ammissione del Comitato giunge inaspettata, visto che inizialmente era stato escluso dal Gup.

Ponte Morandi, Possetti: 'Decisione giusta e doverosa'

Egle Possetti, presidente del Comitato ricordo vittime del Morandi, commenta positivamente la decisione, sostenendo quanto sia giusta e doverosa, auspicando che questo possa essere un precedente importante anche per altri processi simili.

Durante l'udienza tenutasi nella giornata il 28 settembre i giudici hanno respinto 502 richieste pervenute da parte di soggetti che volevano costituirsi parti civili, accettandone tuttavia 202: tra questi figurano anche la Regione Liguria e il Comune di Genova.

Dopo la pronuncia Raffaele Caruso, l’avvocato che assiste il comitato, ha raggiunto commosso i parenti delle vittime stringendosi in un lungo abbraccio: "Sono felice fino alle lacrime". Il legale ha spiegato che il Comitato ha avuto non poche difficoltà a costituirsi come parte civile, perché di fatto si sarebbe dovuto costituire prima del reato al centro del processo, cosa evidentemente impossibile.

Processo ponte Morandi, la risposta del collegio dei giudici e la posizione della difesa

Il collegio dei giudici ha motivato la decisione di ammettere il Comitato ricordo vittime del Morandi richiamando il danno morale, specificando che la sofferenza provocata dal crollo del viadotto Polcevera riguarda, più che una persona, un'intera collettività.

Sempre in merito alle motivazioni, i giudici rimarcano il fatto che quel danno è connesso alla grave incuria nella gestione dei servizi essenziali (tra cui strade e autostrade). Ed è proprio questa incuria che, secondo la Procura, avrebbe provocato il crollo del ponte Morandi.

Intanto, durante l'udienza i difensori di Giovanni Castellucci, ex AD di Autostrade, hanno chiesto al tribunale di annullare tutti gli atti successivi all'avviso di chiusura delle indagini preliminari, perché sarebbe venuto meno il diritto alla difesa per il loro assistito. I legali, inoltre, sostengono che andrebbe dichiarata nulla anche la perizia sulle cause del crollo, poiché è stata impedita loro la possibilità di accedere agli atti del processo.