Recentemente è andata in onda un'inchiesta sull'emittente televisiva britannica Channel 4- "Untold: inside the Shein Maschine" dove vengono mostrate le drammatiche condizioni di lavoro dei dipendenti di Shein, leader mondiale della moda a basso costo.
L'azienda cinese è finita sotto l'occhio del ciclone dopo la diffusione delle immagini riprese dai giornalisti che sono riusciti a entrare nei capannoni dove avviene la produzione dei vestiti. L'inchiesta condotta da Iman Amrani ha portato le telecamere all'interno di due fabbriche nella cittadina di Guangzhou, in Cina.
I dettagli dell'inchiesta
La maggior parte dei dipendenti non ha un salario minimo, ma guadagna circa 4 centesimi per ogni capo prodotto. Chi invece ha la fortuna di uno stipendio base garantito guadagna circa 550 euro al mese garantendo però la produzione di almeno 500 capi al giorno. Molti lavoratori sono costretti a turni estenuanti, anche 18 ore consecutive, 7 giorni su 7 e con un solo giorno di riposo al mese per cercare di produrre il maggior numero di capi possibili e ottenere degli extra profitti.
Sempre secondo quanto riportato nel documentario, alcune persone sono costrette a lavarsi i capelli in pausa pranzo a causa del poco tempo libero a disposizione tra un turno e l'altro. Sono inoltre state rilevate condizioni di lavoro pericolose, senza nessuna misura di sicurezza.
Il documentario andato in onda non è altro che una conferma di quanto si sospetta da anni e punta a denunciare lo sfruttamento perpetrato dall'azienda nei confronti dei dipendenti, ma soprattutto a sensibilizzare i consumatori che da anni continuano ad acquistare capi di abbigliamento a prezzi così bassi, incentivando la produzione di abiti attraverso lo sfruttamento delle persone e l'utilizzo di materiali scadenti e sostanze chimiche altamente inquinanti.
Shein è inoltre stata accusata di aver copiato i modelli di alcuni designer di Moda indipendenti, probabilmente prendendo spunto da foto e video circolati online e riproponendoli sui propri canali a prezzi molto più bassi.
La risposta dell'azienda
L'azienda ha ribattuto all'enorme clamore mediatico che ha avuto la vicenda e ha ribattuto con una nota rilasciata il 16 ottobre 2022 in cui specifica che "La missione di SHEIN è rendere la bellezza della moda accessibile a tutti.
Nel fare ciò è importante che i nostri fornitori forniscano un ambiente di lavoro sicuro ed equo per i loro lavoratori. Prendiamo molto sul serio affermazioni come questa e esamineremo immediatamente questa relazione".
Al momento, quindi, l'azienda ha preso le distanze dalla notizia rassicurando sul fatto che vigilerà sulle condizioni di produzione dei capi che vengono venduti sul proprio sito di e-commerce.