C'è una novità nel caso che in queste ore sconvolge la Francia. La 12enne Lola Daviet trovata senza vita in un baule di plastica a Parigi, in un quartiere orientale del 19esimo Arrondissement, è morta per asfissia: lo ha stabilito l'autopsia, secondo quanto riportato da fonti vicine a chi conduce le indagini. Lola abitava con i genitori in quel quartiere parigino e, come ogni giorno, lo scorso venerdì, la mattina del 14 ottobre, era uscita di casa per andare a scuola. Non vedendola tornare dopo le lezioni, il papà ha lanciato l’allarme e la mamma Delphine ha pubblicato un appello su Facebook.
Parigi, il baule trovato da un clochard
Lola Daviet frequentava la seconda media nella scuola Georges-Brassens, poco distante dalla casa familiare nel residence Manin, in rue Manin. Un tragitto di 190 metri che percorreva quotidianamente impiegando non più di cinque minuti. Ma venerdì scorso è accaduto l'inimmaginabile. Il papà, che è portiere nel palazzo dove la famiglia abita, si è allarmato non vedendo tornare Lola da scuola alle 15 e 30, come previsto, e non riuscendo a contattarla. Ha deciso di visionare la registrazione delle telecamere di sorveglianza dell'edificio. Le immagini hanno mostrato la figlia nell'androne del palazzo con una giovane donna che le si è avvicinata prendendola per un braccio e facendole segno di seguirla.
La ragazzina ha l'aria preoccupata, ma la segue per poi svanire nel nulla. Subito è scattata l'allerta rapimento e la mamma Delphine, dopo aver fatto la denuncia di scomparsa alla polizia, ha pubblicato su Facebook un post con foto della figlia, una 12enne dai lunghi capelli biondi e sorridente, e il fotogramma che riprende la sospettata di rapimento e omicidio.
Ha descritto cosa indossava Lola prima della scomparsa: jeans bianchi strappati, felpa bianca con cappuccio, giacca senza maniche e scarpe da ginnastica, precisando che la figlia era stata vista l’ultima volta alle 15:20 in compagnia di una sconosciuta, ma a casa non ha mai fatto ritorno. La polizia ha interrogato vicini di casa e commercianti della zona: nessuno avrebbe mai visto prima la giovane donna.
Fondamentale è stata la testimonianza di un vicino al quale la stessa donna ha chiesto, con fare strano, di aiutarla a trasportare una valigia molto pesante. Lei gli avrebbe promesso molti soldi provenienti “da un traffico di organi”, pista in seguito smentita dalla polizia. Dopo essersi rifiutato di aiutarla, l’ha vista trascinare il pesante bagaglio fino a un’auto, una Dacia Lodgy. La prima svolta c'è stata a distanza di poche ore, lo stesso venerdì sera, quando un clochard ha scoperto il baule nel cortile dello stesso immobile, con accanto due trolley il cui contenuto non è stato reso noto.
Parigi, mistero sul caso e sul movente
Il corpo della ragazzina, una volta ritrovata, era coperto da panni e raggomitolato in una scatola opaca.
Aveva una ferita profonda alla gola, tagli e ferite diffusi, caviglie e polsi legati. Sul corpo dell’adolescente, un altro dettaglio ancora tutto da decifrare: i numeri 1 e 0 non scritti né incisi, ma apposti sulla pelle.
All'alba di sabato, la polizia che ha aperto un'indagine per omicidio, ha rintracciato la donna ripresa dalle telecamere a Bois Colombes, una banlieue a nord ovest Parigi, e l'ha arrestata con altre sei persone, tra cui il clochard. Al momento risultano in stato di fermo quattro persone di cui non sono state diffuse le generalità. C'è massimo riserbo sul caso. Resta il mistero sul movente del delitto e sull'eventuale ruolo dei fermati.
Parigi, un quartiere sotto chock
La scorsa notte, i residenti hanno organizzato una veglia in memoria della ragazzina uccisa senza un perché.
Davanti al palazzo di dieci piani dove abitava, in tanti hanno lasciato fiori e biglietti. Sono sconvolti e addolorati vicini di casa e compagni di classe. "È orribile, orribile, ho paura di lasciare i miei figli nel quartiere”, ha detto la madre di un bambino della quinta elementare Georges-Brassens, la stessa dove Lola frequentava la seconda media.
La direzione scolastica ha annunciato che da domani nella scuola sarà fornito agli alunni supporto psicologico. Nel quartiere, un angolo della capitale parigina vicino al parco delle Buttes Chaumont, tutti conoscono i Daviet come una famiglia tranquilla: con i loro due figli, Lola e un figlio maschio, spesso il venerdì pomeriggio, dopo l’uscita da scuola, partivano per andare dai nonni in campagna nel nord della Francia.
Anche lo scorso venerdì sarebbero dovuti partire.
NOTA DI CORREZIONE 25/10/2022: Questo articolo è stato modificato in data 25 ottobre perché una precedente versione parlava dell'ipotesi traffico d'organi poi smentita dalla polizia e superata dagli aggiornamenti successivi.