In un'intervista rilasciata a Repubblica, l'ex campione del Mondo Gianni Bugno ha rilasciato alcune interessanti riflessioni relative all'incidente che qualche giorno fa ha coinvolto un ragazzo nel milanese: Luca, il nome della vittima, ha perso purtroppo la vita [VIDEO]all'incrocio tra via Tito Livio e via Marcellino Ammiano travolto dal tram mentre era a bordo della propria bicicletta.

Il 58enne ex campione del mondo di ciclismo ha così voluto parlare della tragedia ribadendo l'importanza di un'educazione stradale nelle scuole.

Cosa si potrebbe fare per evitare incidenti sulle due ruote?

Secondo Gianni Bugno, in Italia si soffre di una sorta di confusione stradale: le piste ciclabili non vengono rispettate, i pedoni spesso le scambiano infatti per marciapiedi mentre le automobili le utilizzano addirittura come parcheggio. "Bisogna che ognuno rispetti le regole".

Secondo l'ex ciclista l'educazione stradale dovrebbe iniziare già dalle scuole, anche diversi adulti avrebbero periodicamente bisogno di un ripasso: "L'uso delle cuffiette va evitato. Anche il cellulare non va utilizzato. Poi, c'è la questione del casco. Per me dovrebbe essere obbligatorio". Dal punto di vista dello sportivo l'utilizzo del casco andrebbe imposto anche a tutti coloro che guidano un monopattino.

Gianni Bugno: 'In ogni città ogni mezzo di trasporto dovrebbe avere un suo spazio'

Nel corso dell'intervista Gianni Bugno ha sostenuto che in Italia c'è dunque poca cultura a livello delle due ruote. Tutto secondo lui inizia da una viabilità troppo complessa, le piste ciclabili dovrebbero infatti essere progettate in modo differente: "Abbiamo una mobilità complessa, in cui convivono biciclette, auto, pedoni e mezzi pubblici".

A detta dell'ex campione del mondo di ciclismo, le strade sono strette, di conseguenza gli spazi a disposizione minimi: "A Parigi, la sindaca ha annunciato che tra pochi anni libererà la città dalle automobili. Se ce la fa una città che ha un'area metropolitana che ospita più di 10 milioni di persone, perché no? C'è però una cosa che va fatta preliminarmente, ovvero fare educazione stradale".

In definitiva Gianni Brugno ritiene che sia possibile prevenire determinate tragedie con più prevenzione e più controlli: lo stesso ex ciclista a marzo 2021 è stato investito da una moto mentre si trovava sulle due ruote. A parte lo spavento, se l'è cavata con 10 punti si sutura.