È stato picchiato e lasciato agonizzante, perché, arrivato l'orario di chiusura, avrebbe invitato alcuni clienti a lasciare il pub alla periferia di Londra dove lavora. È accaduto nella notte tra venerdì 2 e sabato 3 dicembre a Marco Pannone, 25enne italiano residente a Fondi (Latina). Ora il giovane è in coma al King's College Hospital. I genitori sarebbero stati avvertiti di quanto accaduto non dalle autorità, ma da un amico del figlio sul Facebook.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, commentando il caso di cronaca nera, ha assicurato alla famiglia di Marco il massimo supporto.
Il 25enne italiano è in coma
Ancora non si sa con precisione cosa sia accaduto nella notte tra venerdì 2 e sabato 3 dicembre davanti al Canova Hall, il pub-cocktail bar di Brixton, quartiere nella zona sud ovest di Londra, dove Marco lavora come barman. Stando a quanto ricostruito, il 25enne, verso l'ora di chiusura, avrebbe invitato alcuni clienti a lasciare il locale in modo da poter sistemare la sala. Queste persone, probabilmente alterate dall'alcol, lo hanno aggredito, picchiandolo.
Marco Pannone, originario di Fondi, ma da circa 6 anni residente nella City, è ora ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di terapia intensiva del King's College Hospital. I medici, nel tentativo di salvarlo, lo hanno operato d'urgenza e gli hanno asportato una parte della calotta cranica: ora sarebbe in coma.
Il giovane, che fin da ragazzino praticava kickboxing, stando a quanto affermato dal suo insegnante, Bruno Romano, sapeva difendersi, ma non era un attacabrighe. "Sono sicuro - ha asserito - che non ha mai tirato un pugno, se non al sacco utilizzato per l'allenamento".
La famiglia del 25enne italiano avvisata via Facebook
Sembra che la famiglia Pannone non sia stata avvisata dell'accaduto dalle autorità, ma da un amico del 25enne.
Il ragazzo, inviando un messaggio sul profilo Facebook della sorella maggiore di Marco, l'avrebbe messa al corrente dell'aggressione e del ricovero in gravi condizioni in ospedale.
I genitori, non essendo in possesso di un passaporto in corso di validità, non hanno potuto raggiungere immediatamente il figlio. Così, per Londra, per primo è partito uno zio, lo chef romano Massimiliano Sepe.
Il ristoratore ha denunciato: "Al Consolato non erano a conoscenza dell'accaduto, sono stato io a comunicarglielo. E anche la polizia londinese mi ha fornito pochissime informazioni". "L'agente che si sta occupando del caso - ha proseguito - è andato in ferie e m'ha lasciato l'indirizzo e mail di un collega e il numero di registrazione del crimine".
In queste ore, la Farnesina, in contatto con l'Ambasciata italiana a Londra, si sta muovendo per ricostruire nei dettagli l'accaduto e per fornire alla famiglia Pannone il necessario aiuto.