Il TAR del Lazio ha deciso che il Decreto Ministeriale del gennaio 2022 sulle piante officinali deve essere modificato nella parte relativa alle piante di canapa, annullando dunque la previsione per quel che riguarda l'uso industriale, definito nell'articolo 2 al comma 2 del decreto.

Le associazioni del settore, che avevano promosso il ricorso, ora esultano dopo questa sentenza.

La ricostruzione della vicenda giuridica

Nel gennaio 2022 era stato emanato un Decreto Ministeriale riguardo le piante officinali che avrebbe voluto limitare la coltivazione di alcune parti della pianta di canapa, permettendo solamente i semi e i loro derivati per l'uso officinale.

Le associazioni italiane attive nella filiera della canapa avevano evidenziato che con quel decreto si sarebbe preclusa la possibilità di usare altre pianti della pianta per il commercio e che la coltivazione della canapa non psicoattiva sarebbe potuta ricadere nelle pene previste dalla normativa vigente per gli stupefacenti, frenando il mercato della canapa industriale in Italia.

Secondo le associazioni la normativa emanata sarebbe stata in contrasto con il diritto internazionale e le altre normative nazionali di riferimento per il settore, pertanto avevano deciso di fare pertanto ricorso al TAR del Lazio.

La sentenza del TAR a favore delle associazioni

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha accolto la richiesta presentata lo scorso anno dalle associazioni di settore, giudicando non giustificata la previsione del decreto per la parte relativa alla cannabis industriale.

La decisione del TAR del Lazio chiarisce che una normativa nazionale che possa vietare le commercializzazione della pianta di canapa sativa in parti o intera sarebbe in contrasto con gli articoli 34 e 36 del TFUE. In questo modo la sentenza del TAR annulla il Decreto Ministeriale del gennaio 2022 relativamente al comma 2 dell'articolo 2, e sarà compito delle autorità competenti rielaborare il provvedimento, modificandolo secondo i parametri della sentenza.

Il commento delle associazioni di settore

Tra le associazioni partecipanti all'appello vi è Canapa Sativa Italia, che ha anche sottoscritto il 'Manifesto Collettivo' per la liberalizzazione della cannabis (la proposta depositata la scorsa legislatura e sostenuta da vari esponenti della politica). Alcuni referenti dell'associazione hanno commentato sui propri canali ufficiali che "si è avuta una conferma che se non ci sono prove scientifiche non si può frenare questa filiera."

Secondo quanto scritto dalle associazioni "la canapa senza THC non è parte delle convenzioni internazionali e quindi non si può limitare il suo mercato; se le istituzioni avessero ascoltato le associazioni ci saremmo risparmiati il costo di questo processo per noi e per lo Stato".

L'avvocato Giacomo Bulleri, che ha supportato l'azione legale ha commentato che "in questo modo anche il nostro paese di allinea alle sentenze emanate in Francia negli ultimi mesi, dove il consiglio di Stato ha stabilito che senza THC non c'è alcun tipo di preoccupazione per la salute pubblica". L'avvocato conclude ringraziando le associazioni "per il loro impegno e per la loro dedizione nel credere nella possibilità di vincere l'appello, è una enorme soddisfazione".