Continuano le indagini sulla morte di Alice Neri, mamma 32enne di Rami di Ravarino (Modena) rinvenuta carbonizzata all'interno del bagaglio della sua auto lo scorso 18 novembre. Subito dopo il ritrovamento del corpo, con l'accusa di omicidio, è stato arrestato il 29enne Mohamed Gaaloul, mentre nelle scorse settimane, era entrato nell'indagine un "terzo uomo", un collega della giovane.

Il giudice Andrea Scarpa, che sta indagando sul caso di cronaca nera, però, ha escluso che questa persona - con la quale la vittima aveva un particolare rapporto affettivo - potesse essere stato nelle campagne di Concordia, luogo del delitto.

L'avvocato di Nicholas Negrini, marito di Alice, l'ex magistrato Antonio Ingroia, tuttavia, nutrirebbe dei dubbi in merito alle conclusioni della magistratura.

Il collega di Alice Neri non era sul luogo del delitto

Durante le indagini sulla morte di Alice Neri è emerso che la 32enne, nei mesi precedenti la sua morte, aveva intrecciato un'amicizia affettuosa con un uomo che lavorava con lei. Una persona diversa da Marco, il giovane sardo che ha trascorso in compagnia della vittima la notte tra giovedì 17 e venerdì 18 novembre 2022. Nell'armadietto della ragazza, infatti, sono state rinvenute prove di una corrispondenza amorosa e una serie di piccoli regali. L'uomo, che non è mai stato iscritto nel registro degli indagati, è stato così oggetto di alcuni accertamenti.

Stando a quanto confermato dal Gip di Modena Andrea Scarpa, tuttavia, è da escludere la presenza dell'amico di Alice Neri nelle campagne di Concordia sulla Secchia. Gli inquirenti, infatti, avrebbero considerato di "ferro", l'alibi fornito dal dipendente della Wam di Cavezzo. Le sue dichiarazioni, ritenuti coerenti, avrebbero trovato conferma non solo nelle parole della moglie, ma anche nella localizzazione del suo telefono cellulare e nei relativi spostamenti considerati "non compatibili" con l'area in cui si sarebbe consumato il delitto.

Di conseguenza, il Gip Scarpa non ha accolto la richiesta avanzata da Nicholas Negrini di analizzare la tuta da lavoro riconsegnata dal collega della moglie poco dopo il delitto, sporca di erba e fango. Il marito della vittima, così come un altro collega della donna, Marco, risultano al momento ancora iscritti nel registro degli indagati.

I dubbi dell'avvocato dei familiari di Alice Neri

Come spiegato dal quotidiano Il Resto del Carlino, l'avvocato del marito di Alice Neri, l’ex magistrato Antonio Ingroia, non sarebbe pienamente convinto da quanto ricostruito dagli investigatori. Nei giorni scorsi, per questo motivo, si è recato a Modena, in procura, per presentare una memoria.

Nel documento si legge: "La ricostruzione dei movimenti del collega di Alice risulta incompatibile con l’ora del delitto: a quell'ora, l'amico della vittima, era nella sua abitazione e poi è andato diretto al lavoro. La tesi degli inquirenti è questa, ma noi, io ed i miei consulenti, abbiamo dubbi su queste certezze della procura; in particolar modo sull’orario di morte della 32enne".

Il legale, a questo punto, prima di muoversi vorrebbe leggere la recente informativa dell'Arma e le osservazioni del pm. Dunque ha aggiunto: "Poi ci confronteremo: non abbiamo alcun partito preso, tuttavia per collaborare nell’accertamento della verità, noi vorremmo che si procedesse ad indagare in tutte le direzioni":

"Se è vero - ha concluso - che l’alibi del collega è inattaccabile saremo pronti a riconoscerlo e vedremo se aderire alla ricostruzione o contestare gli atti".