Donald Trump è stato condannato per un'aggressione sessuale perpetrata nel 1996 ai danni della scrittrice Jean Carroll nei camerini di un grande magazzino di New York. Condanna ufficiale anche per aver diffamato la donna bollando come false le accuse che gli aveva mosso. Per effetto della sentenza, Trump dovrà corrispondere un risarcimento di 5 milioni di dollari.
Nonostante le prove, Trump ha sempre negato tutto affermando di non conoscere Jean Carroll, la scrittrice che lo ha accusato. L'ex presidente degli Stati Uniti ha avvalorato il proprio pensiero con un post pubblicato sui social network subito dopo la sentenza: "Non ho assolutamente idea di chi sia questa donna, questo verdetto è una vergogna, una continuazione della più grande caccia alle streghe di tutti i tempi", facendo leva su un suo cavallo di battaglia, ovvero che tutti i processi in cui è coinvolto sarebbero processi politici.
Le dichiarazioni di Jean Carroll: 'Voglio riprendermi la mia vita'
Il processo per stupro contro l'ex presidente degli Stati Uniti ha tenuto la nazione americana incollata alla televisione, soprattutto durante la testimonianza di E. Jean Carroll.
La giornalista ed editorialista ha raccontato in aula i dettagli dell'episodio e sostenuto come Trump l'abbia violentata nel 1996 nel camerino del grande magazzino Bergdorf Goodman: "Quando ho scritto della violenza, lui ha negato. Ha mentito e ha distrutto la mia reputazione. Sono qui per riprendermi la mia vita" ha spiegato la giornalista ed editorialista.
Una delle grandi domande era riferita al perchè la donna abbia denunciato Trump solo lo scorso novembre per fatti risalenti ad oltre 20 anni fa.
A rispondere è stata la diretta interessata che ha asserito come prima fosse stata bloccata da un senso di vergogna e dal pensiero di avere la colpa dell'accaduto. Per poter procedere con la denuncia, la scrittrice si è servita dell’Adult Survivors Act, una legge approvata da poco dallo Stato di New York per consentire alle vittime di violenza sessuale di muovere causa legale anche a distanza di anni dalla violenza subita.
Il processo, di natura civile e non penale - motivo per cui Trump non dovrà scontare alcun periodo detentivo ma soltanto risarcire Carroll - ha alla fine condotto la giuria a non credere alla versione dello stupro ma ad optare comunque per una condanna per aggressione sessuale. Il tycoon non è mai comparso in tribunale rilasciando esclusivamente una deposizione privata, poi mostrata ai giurati, che a molti ha dato però l'impressione di costituire un'autoaccusa: nella deposizione infatti, Trump ha confermato quanto aveva detto in un famoso audio, ovvero che quando uno è una star come lui può baciare tranquillamente tutte le donne che desideri o prenderle impunemente per il loro organo genitale.
La condanna di Donald Trump scatena il movimento '#MeToo'
La sentenza può rappresentare un momento potenzialmente decisivo per la nuova corsa alla Casa Bianca, con anche il movimento #MeToo coinvolto dai postumi della sentenza.
Nonostante la compagna Melania, poche ore prima del verdetto, avesse rilasciato a Fox News un'intervista per ribadire il suo sostegno alla ricandidatura del marito e la sua fiducia in una vittoria utile a condurre nuovamente l'America "verso la grandezza e la prosperità", i timori che Trump abbia in qualche modo perso l'elettorato femminile paiono numerosi e fondati.