Un 40enne di Orune, allevatore, trafficava e coltivava nella sua azienda chili e chili di marijuana che, non solo rifornivano il mercato dello spaccio del nuorese, ma venivano addirittura inviati nella penisola attraverso una normalissima spedizione tramite corriere espresso. Quello che ha più insospettito gli investigatori, è stato l’alto tenore di vita dell’allevatore. Per la cronaca, all'uomo sono stati congelati beni per oltre trecentomila euro attraverso un provvedimento di sequestro firmato dal gip di Nuoro, Giovanni Angelicchio. Il tutto su richiesta del pubblico ministero Ireno Satta.
“Il provvedimento - si legge nelle carte - è stato giustificato dalla notevole differenza tra i beni posseduti, quelli in disponibilità, soprattutto rispetto ai redditi dichiarati allo Stato”. L’operazione - condotta in collaborazione tra Carabinieri e Guardia di Finanza - ha portato al sequestro di due appartamenti. Uno a Sassari e l’altro ad Orune. Abitazioni che nel mercato immobiliare avrebbero avuto un valore di oltre 350mila euro. Ma anche di un’autovettura Audi A 5 e 4mila euro in contanti scoperti grazie al fiuto dei cani della Guardia di Finanza che hanno messo a setaccio l’abitazione dell’allevatore.
Operazione “Easy Hemp”
L’operazione, chiamata “Easy Hemp (Canapa Facile), è stata presentata questa mattina, 7 giugno, durante una conferenza stampa che si è tenuta nella sede della Guardia di Finanza di Nuoro.
Il comandante delle Fiamme Gialle, Alessandro Ferri” e il collega dei Carabinieri Elvio Sabino Labagnara, hanno illustrato tutti i dettagli dell’operazione. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, tutto sarebbe partito due anni fa, nel 2021, quando un pacco che conteneva 160 chili di marijuana - intercettato ad Ascoli Piceno dagli uomini della Guardia di Finanza - fu sequestrato all’interno del deposito di un corriere.
La spedizione arrivava da Nuoro. Nei mesi successivi -grazie a numerose perquisizioni effettuate dalla Finanza e dai Carabinieri - le banche dati delle forze dell’ordine hanno aiutato gli investigatori ad individuare il traffico, effettuando ingenti sequestri. In un’occasione hanno scoperto e sequestrato 2.400 piantine di marijuana e anche ben 583 chili di inflorescenze e foglie di “erba” - tra l’altro di ottima qualità - pronte per essere vendute nel mercato illegale della droga.
In quella circostanza furono pure sequestrati i macchinari per la lavorazione della marijuana. Gli investigatori hanno anche accertato che - dai dati estrapolati dalla documentazione contabile dell’azienda - i responsabili non avrebbero nemmeno potuto per le leggi coltivare legalmente la cannabis. Infatti l’allevatore utilizzava i suoi parenti come prestanome.