Lunedì 11 settembre a Caltagirone (città metropolitana di Catania) in via Paglia, nel cuore del centro storico, sarà inaugurata la "Scala della legalità". Si tratterà di una mattinata all’insegna della sensibilizzazione contro ogni forma di criminalità e mafia. Un gradino sarà dedicato a Giuseppe Aiello, di 12 anni, ucciso nel 1990 perché testimone di un omicidio
L’iniziativa
L’idea è di Giuseppe Failla, ceramista locale, che ha preso spunto da quella realizzata a Pergusa, nell'ennese, che lo ha spinto a fare qualcosa di simile anche nella sua città: “Salire quei gradini, leggere i nomi eroici di chi ha combattuto la mafia, impressi per sempre su di essi, è stato da pelle d’oca”.
L’occasione è giunta quando ha deciso di partecipare a un progetto avviato dall’ente comunale che prevede la riqualificazione di alcune aree urbane e che ha visto la cooperazione di altri tre colleghi.
Così una piccola scalinata anonima di 22 gradini è rinata nella “Scala della legalità”, nelle cui alzate sono riportati alcuni nomi di coloro che con coraggio e alto senso civico e di giustizia hanno sacrificato la propria vita per la lotta alla mafia.
Un gradino in nome di Giuseppe Aiello
Uno di questi gradini è dedicato a Giuseppe Aiello, allora 12enne, protagonista di un fatto di cronaca nera, colpevole solamente di essere stato suo malgrado testimone dell’esecuzione di Giacomo Grimaudo, pastore 37enne, avvenuta l’8 ottobre del 1990 in un ovile nelle campagne di Caltagirone.
Gli assassini colsero di sorpresa l’uomo intento alla mungitura dei suoi animali, scaricando contro di lui diversi colpi di arma da fuoco alla schiena e al torace. Poi è stata la volta del giovane Giuseppe, che spesso lo aiutava per contribuire al sostentamento della sua famiglia.
I due aguzzini vennero identificati dopo pochi giorni: erano due cugini originari di Tortorici, Giuseppe e Antonino Liuzzo Scarpo, di 28 e 25 anni.
Dalle indagini svolte a quel tempo è emerso che la loro sarebbe stata una vendetta premeditata. I due sono stati riconosciuti da un secondo ragazzo che si trovava al momento dell'agguato nell'ovile, il quale è riuscito a salvarsi per puro caso, solamente perché era riuscito a non farsi scoprire dai due sicari.
All’inaugurazione, oltre alle autorità, presente anche la famiglia di Giuseppe Aiello: “Non è stato facile rintracciarli, da molto tempo non vivono più a Caltagirone, ci siamo riusciti contattando il fratello di Giuseppe e quando la sua famiglia è venuta a conoscenza dell’iniziativa si è commossa e ci ha fatto commuovere e non poco – ricorda Giuseppe Failla –.
Da bambino giocavo con Giuseppe, è per me un momento toccante, intenso, particolare. Rivedere la sua famiglia mi suscita forti emozioni, che non solo facili da gestire. Mi sento parte di questa storia e credo che ne faccia parte tutta la città”.